Regia di Juventus Creator Lab vedi scheda film
Dal gennaio 2022, quando riporta un grave infortunio al ginocchio sinistro, al novembre successivo quando rientra finalmente in campo: i trecento giorni di passione, duro lavoro, riabilitazione, fantasmi da combattere e speranze a cui aggrapparsi di Federico Chiesa, attaccante della Juventus e della nazionale italiana.
Due motivi sono interessanti a sufficienza per spingere alla visione di questo lavoro, anzi tre. Il primo è che si tratta della prima produzione di questo genere in Italia: un documentario che racconta in tempo quasi reale (la storia si ferma a novembre 2022, Amazon Prime Video ha diffuso il prodotto a inizio febbraio seguente) le vicende di una squadra di calcio. In particolare, qui si va ad affrontare il calvario dell'infortunio gravissimo al ginocchio patito da Federico Chiesa nel gennaio 2022, fino alla logica conclusione positiva: il rientro in campo. E questa è la seconda ragione degna di nota: in Federico Chiesa – Back on track possiamo osservare da vicino il lungo e faticoso percorso di riabilitazione di un atleta. Certo, lo staff medico di una squadra di calcio di serie A non è esattamente quello che potrebbe avere a disposizione uno spettatore qualunque, ma a tutti gli effetti le condizioni fisiche di uno sportivo professionista sono legate non soltanto alla sua salute, ma anche al suo lavoro. Un lavoro senza dubbio redditizio, dato che il protagonista gira in Ferrari (non appena può guidare di nuovo, si capisce) e frequenta, come si vede nella sezione centrale di questo film, i posti in di Forte dei marmi. Ma l'impressione è che queste persone – i calciatori, ma non solo: giovani, ricchi, famosi... il paragone con gli influencers è inevitabile – vivano loro malgrado in una bolla protetta dalla quale non possono mai correre il rischio di uscire. La realtà, però, rimane sempre un passo distante dalle loro visuali e prospettive. E anche questo aspetto sociologico può essere un motivo sufficiente per la visione; se si vuole si può aggiungere anche un quarto, quello relativo al tifo: è ovvio che l'audience su cui si sintonizza un prodotto come questo (che sfora ripetutamente nell'agiografico) è quella innanzitutto bianconera. Ma di calcio giocato, in effetti, si parla davvero poco nell'ora e venti di durata del lavoro. 4,5/10.
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