Regia di Paolo Genovese, Luca Miniero vedi scheda film
In un quartiere napoletano, da genitori napoletani, nasce una bambina... milanese. La piccola preferisce il panettone ai babà e, quando comincia a parlare, sfoggia un bizzarro accento lombardo, nonchè una predilezione verso usi e costumi nordisti. I genitori tengono nascosta la bambina finchè riescono, vergognandosene, mentre tentano in ogni modo di porre rimedio allo scandalo.
L'esordio in lungometraggio per la coppia formata da Paolo Genovese & Luca Miniero è questo Incantesimo napoletano, opera che vanta una sola idea, bella, interessante, ma prolungata a dismisura. Nonostante i neppure ottanta minuti di durata della pellicola, infatti, la trama non va granchè oltre al primo quarto d'ora di narrazione, per poi procedere ripetendosi e avvitandosi su sè stessa fino al prevedibile finale. La sceneggiatura è firmata da entrambi i registi, fino a quel momento autori di qualche cortometraggio, sia pure degno di nota; questa operina, per stiracchiata che sia, rende comunque l'idea delle capacità artistiche del duo. Buone le prestazioni degli interpreti, quasi tutti caratteristi partenopei: Marina Confalone e Giovanni Ferreri, ai quali spetta la coppia di personaggi principali, innanzitutto. Dopo un inizio scoppiettante, le trovate apprezzabili si contano sulla punta delle dita di una mano, ma in ogni caso non mancano (la scena in dialetto strettissimo tradotta in tempo reale in italiano!); David di Donatello alla Confalone e a Locarno premiati i registi come migliori giovani. Genovese & Miniero torneranno un paio di anni dopo con l'altrettanto interessante, ma non del tutto riuscito Nessun messaggio in segreteria. 4/10.
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