Regia di Paolo Genovese, Luca Miniero vedi scheda film
Assuntina è la figlia di due genitori tipicamente napoletani (Gianni Ferreri e Marina Confalone), nata in condizioni che più napoletane non si può: famiglia di pescatori, tradizioni culinarie napoletane, lingua rigorosamente partenopea. Eppure, fin dalla prima parola, Assuntina rivela la sua milanesità. Crescendo, la ragazza peggiora: preferisce il panettone alla pastiera e il risotto alla impepata di cozze: la madre, ma soprattutto il padre, provano a redimerla con i metodi più svariati, anche poco convenzionali...
La trama è inverosimile (fattore positivo per il film), ma ancor più inverosimile è l’allestimento del film: dalla scenografia alla sceneggiatura, da alcune scelte narrative, fino all’incoerenza di alcuni episodi, il film implode su sé stesso, finendo per arrivare al finale con una stanchezza sfiancante. Diciamo dunque che oltre l’idea, originale fino ad un certo punto, il resto, messo in piedi dal duo Genovese e Miniero, è un’accozzaglia poco coerente e che alla fine rimane incerta tra il comico, ed il drammatico, ma comunque, questo sì che è certo, un’operazione poco riuscita. Si salvano solo le musiche di Enzo Avitabile.
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