Regia di Henry Bean vedi scheda film
Impossibile evitare il paragone con American History X, dove (sommariamente) un adepto al nuovo Ku-Klux-Klan si ravvede in prigione e una volta uscito cerca di togliere il fratellino, che lo adora, dallo stesso giro.
The Believer come film e come trama non gli assomiglia affatto, ma qualcosa c'è; ispirato dalla storia di Daniel Burros (1937 - 1965), giovane ebreo americano e membro attivo dell'American Nazi Party, la vicenda ruota intorno alla figura di Daniel Balint, neonazista ma segretamente di origini ed istruzione ebraiche. Dotato di spiccata intelligenza e di un'eloquenza fuori dal comune per un ventenne, Daniel aveva cominciato a distinguersi già a scuola per le sue posizioni ostiche o di confutazione verso la religione ebraica, ostilità poi culminata nella repulsione verso la figura dell'ebreo stesso, il quale a suo giudizio si arricchisce nell'odio ed occupa posizioni cruciali all'interno della società. Ecco perché va in giro a fare cazzate con un gruppetto di idioti skinhead e comincia a frequentare un salotto di intellettualoidi nazi-fascisti, dove espone il suo progetto di uccidere un ebreo ed individua nel ricco Ilio Manzetti il suo obiettivo; ma da lì qualcosa cambia e Danny si ritrova coinvolto in cose più grandi di lui, riscoprendo la Torah e l'attaccamento alla religione ma continuando a considerare il sionismo pari come crudeltà al nazismo, situazione che gli impedisce di appartenere a qualsiasi comunità, dalle quali non può che essere respinto e discriminato: visto con diffidenza dagli ebrei e ripudiato dai neofascisti dopo un discorso in cui auspicava l'amore verso gli ebrei per annientarli davvero, l'intelligenza di Daniel si rivela insufficiente per salvarlo...
Premiato al Sundance Festival 2001, The Believer è purtroppo un film semi-sconosciuto ma degnissimo di essere scoperto, forte, oltre che di una validissima tematica ben trattata, di un alone di poesia generale culminante nel bel finale e di un magnifico protagonista, un Ryan Gosling già eccezionale in un ruolo così delicato a venti anni e ancora incredibilmente in attesa del ruolo cinematografico della svolta.
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