Regia di Nina di Majo vedi scheda film
GIÀ DAL TITOLO, “L’INVERNO”, IL NUOVO FILM DI NINA DI MAJO TI INTRODUCE IN UN CLIMA PLUMBEO, in ambienti grandi e vuoti ed in uno stato emozionale che ha le sfumature grigie e sospese delle stagione invernali più fredde.
Dati anagrafici ci informano che la regista napoletana ha appena 26 anni, e sarebbe quantomeno curioso scoprire come l’immaginario e stile cinematografico di questa regista, ben chiaro e definito sin dal suo primo film “Autunno”, sia potuto svilupparsi su temi così ostici (l’incomunicabilità) e coraggiosamente impopolari (lo spaesamento e l’orrore che accompagnano il disincanto).
Leo e Marta e Gustavo ed Anna: due coppie si incontrano/scontrano ai margini di una metropoli post-industriale. Leo è un giovane scrittore in crisi (Fabrizio Gifuni) mentre Marta (Valeria Bruni Tedeschi) è una bella donna che cerca di mettere su una galleria d’arte e che nasconde contraddizioni irrisolte dietro una metodica efficienza.
Gustavo (Yorgo Voyagis) è un industriale di 50 anni che intrattiene con Anna (Valeria Golino), traduttrice nevrotica, una relazione matrimoniale fatta di alcool, tradimenti, tranquillanti e feticci di maternità. Due coppie che rasentano lo scambio, un girotondo sentimentale inespresso che trova nell’abile e comunicativo gioco di luci del direttore della fotografia Cesare Accetta e nell’interpretazione ironica ed intenzionalmente fastidiosa di Valeria Bruni Tedeschi, gli unici momenti di freddo interscambio tra lo spettatore e la materia di un racconto che segue il lentissimo scorrere di una vita ferma in un eterno presente.
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