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La coda dello scorpione

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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La recensione su La coda dello scorpione

di alan smithee
6 stelle

SERGIO VS. MARTINO

L'agiata e molto bella signora Baumer (Ida Galli) rimane vedova quando il marito rimane vittima di un incidente aereo dalle circostanze misteriose. Guarda caso si scopre che sulla vita del marito, insiste una polizza milionaria a favore della bella consorte.

In fretta e furia la compagnia assicurativa, pur non potendo sottrarsi al dovere di pagare, incarica un suo agente, Peter Lynch (George Hilton) di seguire la donna per scoprire indizi circa ogni eventuale fraudolenza che colleghi la non particolarmente inconsolabile giovane vedova e la polizza di cui è risultata beneficiaria, alla morte traumatica dell'agiato uomo d'affari.

Ma quando, recatasi in Grecia col malloppo, la neo vedova viene uccisa brutalmente da un misterioso assassino, a seguire le tracce dell'intrigo si ritroveranno in tre: l'agente assicurativo, un funzionario dell'Interpol di nome John Stanley (Alberto de Mendoza), e una tenace, bellissima giornalista francese di nome Cleo Dupont (Anita Strindberg, bellezza di proporzioni stratosferiche, sullo stampo perfetto di una inarrivabile Ursula Andress), che nel frattempo cede alle lusinghe e al fascino del bel Peter, col quale intraprende anche una romantica fuga in yatch.

Tra colpi di scena e ribaltamenti di ipotesi, alla fine l'assassino verrà smascherato.

Sulla scia fortunata dei thriller "con animale" che ha avuto come illustre portavoce Dario Argento e la sua nota e formidabile trilogia (L'uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code fino a Quattro mosche di velluto grigio), il buon Sergio Martino si cimenta nella medesima direzione, con un thriller abbastanza incalzante e dalle ambizioni internazionali che tutto sommato funziona, anche senza la necessità di arrivare ad entusiasmare.

D'altro canto la verve del cineasta in territorio di giallo/noir era già ampiamente collaudata proprio in quello stesso anno con il valido e ancor più noto "Lo strano vizio della signora Wardh".

Anche qui il richiamo ad un animale è un po' un pretesto, pur costituendo una delle chiavi di lettura per la scoperta della verità celata da un intrigo perverso e controverso, tutto incentrato sulla brama dei soldi che sono al centro della delittuosa e cruenta vicenda di sangue (che sprizza dai corpi delle vittime in un rosso denso e acceso completamente inverosimile) che ne segue lo sviluppo.

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