Regia di Guy Ritchie vedi scheda film
Ritchie tiene a bada il glamour e firma un opera emozionante
La storia del sergente dell' esercito americano
( Jake Gyllenhaal) e del traduttore arabo (Dar Salim) assegnato alla sua squadra in Afghanistan , alla ricerca dei siti talebani di produzione e stoccaggio di armi.
Diffidenza, amicizia, ossessione. È il filo conduttore di questa storia ispirata alla lontana a fatti realmente accaduti, e che pone l'attenzione su un dramma che oggi, a distanza di un anno, nessuno sembra ricordare: la partenza delle milizie americane dall' Afghanistan e la difficile fuga della popolazione locale che collaborava con gli USA.
Ritchie tiene a bada il glamour come poche volte gli è successo , e firma un opera coesa, che sa intrattenere quanto far riflettere. Lasciate stare la retorica, l'eroismo, gli americani e bla bla bla, non è la chiave di lettura giusta.
È la storia della riconoscenza di uomo che cerca così di cancellare i sensi di colpa, schiacciato da un urgenza morale che diviene tale non sul campo di battaglia questa volta, ma nel proprio letto, quando non si riesce più a dormire.
Poi c'è tutto il resto, ritmo , recitazione, emozione.
Un film diverso, una volta tanto.
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