Regia di Marco Bechis vedi scheda film
Seconda istruttoria, tesa, drammatica, con una scrittura che coinvolge e raggela (l’emotività, l’enfasi, i possibili colpi di scena, la trama) su una memoria terribile. Marco Bechis, dopo “Garage Olimpo”, con un linguaggio e uno stile consapevolmente diversi dal film precedente, continua a mettere a fuoco l’invisibile: la tragedia degli uomini e delle donne trucidati e cancellati dalla dittatura argentina. Torturati e assassinati i padri e le madri, i militari si sono occupati, con zelo efferato, dei figli, appena nati, dei desaparecidos. “Adottati” ed espropriati come dei beni, degli oggetti. Un bottino di guerra simbolico. Tra il 1976 e il 1984 sono stati almeno cinquecento i bambini scomparsi e affidati ad altre famiglie. Tra la Lombardia e Barcellona, con un epilogo a Buenos Aires, l’elaborazione del lutto, dei ricordi, del passato restituisce a Rosa e Javier una verità atroce in cui le leggi del sangue, della violenza e della politica sono il vero DNA di un capitolo della Storia recente.
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