Regia di Marco Bechis vedi scheda film
Bechis continua nel suo terribile viaggio nella memoria e dopo aver narrato con dolore e disperazione un tremendo pezzo di storia argentina in Garage Olimpo,esamina con la stessa cura di un antropologo la vicenda dei bimbi dei desaparecidos scomparsi tra le grinfie dei militari non tanto e solo per essere uccisi ma per essere affidati ad altre famiglie o di militari o di amici,quasi fossero un bottino da sottrarre al nemico.E la storia di Rosa che dice ostinata a Javier che è sua sorella è una sorta di discesa nell'abisso della perdizione,è un estirpare le radici che uno ha o crede di avere e che danno sicurezza,è un dolore che cova dentro ed esplode improvviso perche'si vede finalmente con chiarezza che quelli che fino a un attimo prima erano il proprio padre e la propria madre sono in realta'due perfetti estranei.E se ci si pensa è una delle cose piu'terribili che possa accadere:sai che hai perso i genitori ma non li hai persi fisicamente,scopri che non hanno nulla a che fare con te,che anzi ti hanno dolosamente preso e allevato,si scopre nell'arco di tempo di un battito di ciglia che tutta la vita che hai vissuto è stato una specie di gioco virtuale.Poco conta come in realta'stiano le cose tra Rosa e Javier,conta la memoria storica di un periodo che si deve dimenticare il piu'in fretta possibile,sperando che non si ripresenti mai piu'nulla di simile.Il dolore che era fisico in Garage Olimpo,i corpi sedati che venivano buttati giu'dagli aerei in questo che erano orrore puro,qui vengono trasformati in disperazione sorda ,in un pianto silenzioso ma continuo di una sofferenza emotiva ancor meno sopportabile di quella fisica....
parte defilata
non male
ostinata con sguardo selvaggio
bravo in una parte ricca di sfumature....
un reporter della memoria....
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