Regia di Cameron Crowe vedi scheda film
Scialbo, poco ispirato (seppur sembrava che bastasse attenersi allo script originale, atteso che ho letto trattarsi di un remake)…un film di cui un incubo poco alla volta s’impossessa fino a che non prende forma una visione irreale per eccellenza (un indimenticabile vanilla sky di un quadro di Monet) per restaurare quella realtà infranta 150…(diciamo) tanto tempo prima. Sì, decisamente liberatorio e appagante, il finale. Un po’ meno gli svenevoli e soporiferi 120 minuti precedenti. In loro si è tentato di dissimulare un enigma della psiche da svelare, ma è tutto troppo lento e noioso per destare un qualche eccitante interesse. L’ottimo finale arriva troppo tardi per rimediare alla frittata fatta.
Come se non bastasse, ci si mette pure l’a dir poco orribile missaggio, che tramuta le voci in incomprensibili bisbigli (più che in leggiadri sospiri di un’altra vita) e che rende indecentemente ridicoli i silenzi che intervallano spesso i dialoghi dei protagonisti (perché in quei momenti spariscono pure i rumori di sottofondo che si odono distintamente mentre gli attori parlano). Insomma, giudizio quasi del tutto insufficiente senza neanche dover improvvisare un parallelismo con l’originale (non ancora visto); e questo la dice tutta.
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