Regia di Ching Siu-tung vedi scheda film
Piccolo gioiello del cinema hongkonghese, "Storia di fantasmi cinesi" è un perfetto esempio di riuscita commistione tra i generi. Ching Siu-tung ha visto molto Raimi, ed a quanto pare ha apprezzato. I richiami alla saga 'Evil Dead' sono molteplici, e quasi mai fastidiosi o eccessivamente reverenziali. Le scene di cappa e spada sono, in perfetto stile hongkonghese, ottimamente coreografate e doverosamente sovraccariche. Ma l'elemento più suggestivo dell'opera è certamente l'insolita e cupissima rappresentazione del più impossibile tra gli amori: quello tra un vivente ed uno spirito. Soggetto trattato con un lirismo antiretorico che è davvero lontano anni luce dalle lacrimose sciarade zuckeriane, e assai più affine, per garbo e nitore evocativo, alla poetica burtoniana più classica. Un'opera lieve come il cader d'un petalo, eppur tonante. Un film poetico perchè non 'poetizzato', intriso di simbolismi fiammeggianti come quasi solo a levante è dato, negli ultimi tempi, vedere.
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