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A Little White Lie

Regia di Michael Maren vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su A Little White Lie

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Shriver, idraulico e tuttofare Newyorchese, spartisce con uno scrittore misantropo e svanito nel nulla, il cognome. Per questo viene erroneamente invitato a presenziare al festival letterario della Acheron University, in occasione del ventennale della pubblicazione del suo unico romanzo. L'invito è il solo modo per catturare attenzione nel mondo accademico e permettere all'Università di salvare il suo Festival.

 

Un po' J.D. Salinger e un po' William Forrester, l'uno autore reale e il secondo protagonista della pellicola di Gus Van Sant: Scoprendo Forrester (Finding Forrester, 2000). Ma anche un po’ Chance Giardiniere, protagonista di Oltre il giardino (Being There; 1979) e ‘il Drugo’ de Il Grande Lebowski (The Big Lebowski; 1998) per gli equivoci ai quali si assiste. Lo Shriver impersonato egregiamente da Michael Shannon rispetto ai due autori, schivi e desiderosi di svanire nel nulla, è un personaggio dolente quanto basta, perché afflitto da una depressione che però non gli ha impedito di dare una scossa alla propria esistenza, pur fra mille ripensamenti, e di vivere un'avventura ben distante dalla 'Grande Mela'.

 

La narrazione procede non soffermandosi esclusivamente sul 'misunderstanding accademico', ma andando a esplorare anche la perdita d'identità del protagonista, avvenuta quando si troverà al cospetto del vero autore e creando ulteriore scompiglio sia nella sua psiche estremamente labile, al punto di non sapere più chi sia veramente e facendolo sospettare di aver perduto memoria del suo passato, sia mettendo in dubbio le convinzioni degli spettatori.

 

Basato sul romanzo omonimo e inedito in Italia, scritto da Chris Belden, la pellicola del regista e giornalista Michael Maren rappresenta al fine un’eccellente critica al mondo della cultura contemporanea, incapace di capire chi sia di fronte ai propri occhi, se uno scrittore o un semplice idraulico che solo perché scambiato per un autore affermato è visto alla stregua di un oracolo.

 

Si sorride per qualche battuta frutto della confusione creata dall'arrivo del 'finto' Shriver e si sfiora la commedia romantica per un rapporto fra Shannon e l'organizzatrice del festival, oltre che scrittrice incapace di spiccare il volo, impersonata da Kate Hudson. Nel complesso si riflette molto e ci s'interroga su come mai una pellicola come questa abbia solamente lambito la sala e sia stata immediatamente dirottata sulle piattaforme on-demand.

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