Regia di Francisco J. Fernandez vedi scheda film
IL CINEMA HA DEI GRANDI MERITI: SCUOTE LE COSCIENZE, PROVOCA DIBATTITI, ILLUMINA LE MENTI ED I CUORI, SDEGNA APPASSIONATAMENTE e fa sognare intensamente. Ed al cinema si deve in parte anche il merito di averci insegnato ad osservare con occhi “diversi” le “diversità”del mondo.
“Ti voglio bene Eugenio” di Francisco Josè Fernandez racconta una di queste storie “diverse”: Eugenio, uomo down che vive solo in una casa immersa nella campagna, lavora come giardiniere e fa volontariato presso il Centro Traumatologico dove si occupa di Laura, una ragazza appena uscita dal coma.
Ma Eugenio non sa che la giovane che sta accudendo è la figlia di Elena, l'amica del cuore di quando era ragazzino, amata in segreto e che non vede da più di vent’anni. La donna ritorna in paese con tutte le conseguenze positive e negative, peraltro prevedibili, che un “rivedersi” del genere comporta, e che il regista osserva senza risparmiarci alcun passaggio visto e rivisto.
Quello che invece il regista non fa, e gliene siamo grati, è il servirsi di toni sopra le righe, di battute fuori luogo e di espedienti emozionali di sicuro effetto!
Ma il film, dall’andamento televisivo, con Giuliana De Sio nel ruolo di Elena che fa “Giuliana De Sio” e con alcuni personaggi-macchietta (il carabiniere, la prostituta del paese) che stridono con una linea di racconto tenuta sul difficile equilibrio della semplicità, diventa assolutamente imperdibile (al di là dell’importante e ben sottolineato “messaggio” sociale sul quale il regista non specula affatto!) grazie all’interpretazione di Giancarlo Giannini nel ruolo di Eugenio. E per non rischiare, parlando delle sue straconosciute doti, di cadere nel cliché giornalistico dell’aggettivazione facile (attore bravo, intelligente, passionale, intenso, etc.), mi limiterò soltanto a sottolineare come mai “diverso” sul grande schermo, grazie a Giannini, ci è apparso così normale!
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