Regia di Francisco J. Fernandez vedi scheda film
Giancarlo Giannini è stato un attore notevole ed è tutt’oggi un grande doppiatore (l’unico che renda accettabile il doppiaggio del timbro magnetico di Al Pacino). Ma, come altri attori notevoli (per esempio Harvey Keitel e Jeremy Irons) ha la pericolosa tendenza a buttarsi via, ad accettare qualsiasi ruolo gli venga proposto, in Italia e all'estero, chissà, per pigrizia, o per tenersi in esercizio, o per non mettersi in gioco. E finisce in film piatti, improbabili e vagamente ricattatori come questo “Ti voglio bene Eugenio”, storia di un maturo down che ha trovato la chiave di un’esistenza serena e di una vita a contatto con i “normali” e che, ovviamente, proprio ai normali che lo avvicinano riesce a trasmettere il suo equilibrio. L’intento del film di Francisco José Fernandez è onorevole e tanta è la sua buona volontà; peccato che la sua storia si sviluppi senza scatti e, purtroppo, senza reale sofferenza, in una visione della “differenza” edulcorata per il palato di un pubblico televisivo. Crudeltà e bontà sono tutte di maniera, ogni sfumatura è accuratamente spiegata e detta come in ogni prima serata televisiva che si rispetti, mentre la gamma interpretativa di Giannini è azzerata dalla maschera da down nella quale costringe il volto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta