Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film
Amélie Poulain vive un’infanzia difficile: distante dai coetanei, isolata e confinata in casa con due genitori perlopiù anafettivi. Dopo l’evento traumatico della morte della madre, la sua sensibilità resta rinchiusa in una tachicardia che testimonia l’affetto per il padre, dal quale non riesce ad ottenere neanche uno sguardo. Inevitabilmente il suo essere adulta la lascia distante dalla realtà: costruisce un mondo suo al quale aggiunge dettagli favolistici degni di essere raccontati attraverso la voce narrante del film.
La sua apparente normalità, dettata da una routine circa equilibrata, viene messa in discussione dal ritrovamento di una scatola nascosta nel suo bagno di casa, appartenenente a chi viveva prima nel suo appartamento.
Subentra in lei il bisogno di migliorare le vite delle persone, facendo riaffiorare qualcosa che fa male, emozioni messe in un cantuccio che è il caso di dimenticare perché è meglio così. Ecco che la sua esistenza acquista un quid in più, si sente la parte buona di una societá che non comprende.
Il suo essere fanciullino nel suo essere adulta é particolarmente visibile nei dispetti che fa al fruttivendolo frustrato, incapace di lavorare con il collega al quale urla addosso, allo stesso tempo, i suoi gesti toccano indirettamente la profondità delle persone tanto da instillare in loro la volontá di assecondare desideri reconditi, mai presi in considerazione. Amelié riesce, pur rimanendo nella sua confort zone, a tirare fuori gli altri da tale situazione di stallo, sicurezza e equilibrio.
Anche innamorarsi è difficile per i sognatori come Amélie; si traveste come a Carnevale da Zorro, a metà tra il mistero e l’eroina salvifica, con la speranza di attirare l’attenzione e suscitare interesse nel suo alone di mistero. Teme profondamente di mettersi a nudo, proprio perché coglie quel nudo dell’altro, così autentico e unico che non vuole perdere per nulla al mondo.
Un epilogo felice per i sognatori che riescono a trovarsi e a vivere un’esistenza a modo loro in un mondo che poco comprendono o che forse non vogliono comprendere.
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