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Il favoloso mondo di Amélie

Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il favoloso mondo di Amélie

di axe
7 stelle

Amelie Poulain vive a Parigi. Dopo una prima giovinezza segnata dalle paranoie dei genitori, si trasferisce in un appartamento nel quartiere di Montmartre e trova lavoro in una caffetteria. Amelie è molto sensibile alle infelicità, piccole e grandi, delle persone che la circondano, e fa quanto le è possibile per lenirle, senza lasciarlo però capire. Altrettanto "sommessamente", si innamora ed ha paura di dichiararsi; pertanto inizia con l'altra persona una sorta di gioco, per capirne le intenzioni. Nonostante ne avessi sempre sentito parlare, ho visto ora per la prima volta questa commedia di Jean-Pierre Jeunet. Il regista crea il suo racconto intrecciando una serie di piccole vicende surreali, che hanno come protagonisti personaggi semplici; una piccola umanità dolente e speranzosa, sulla quale Amelie agisce in silenzio, prima comprendendone i problemi, poi, tramite piccoli stratagemmi, tentando di risolverli, non sempre, però riuscendo. Del resto, Amelie, benchè più sensibile, forse a causa del suo passato, non è diversa dagli altri personaggi. Essa stessa è empatica nei confronti degli altri e vulnerabile ai sentimenti. S'affeziona a Nino, un giovane con il quale coglie una particolare affinità, d'animo buono e legato alle piccole cose. Non è facile, per una persona come lei, abituata a rimanere nell'ombra, rendere pubblico il suo sentimento. Con il ricettivo Nino, pertanto, inizia un corteggiamento a distanza, che prosegue finchè i due si conoscono di persona e confermano l'interesse reciproco. Trovo che l'elemento più riuscito dell'opera sia la resa di un'atmosfera fiabesca. Benchè s'intuisca che la storia è ambientata nel presente, gli ambienti parigini teatro della vicenda sembrano sospesi nel tempo; s'intuisce dalla semplicità di ogni elemento rappresentato, dagli interni delle case, che rimandano a decenni passati; dai curati costumi dei personaggi, tali da non legarli a contesti specifici. Le tonalità pastello con predominanza del colore verde delle immagini contribuiscono, insieme ad una colonna sonora "folcloristica" a dare tale impressione. Ultima conferma di ciò è la caratterizzazione dei comprimari, persone legate ad occupazioni o ruoli non legati alla contemporaneità che dà loro specifici connotati sui quali la giovane protagonista interviene. Tra gli attori, ho apprezzato in particolare l'interprete della protagonista, Audrey Tatou, nei panni di una, ragazza dolce e sensibile, in grado di comunicare più con lo sguardo che con le parole; ella, abituata al dolore ma sempre ben disposta verso il futuro, ha un pensiero positivo per quasi tutti coloro che la circondano. Nelle sue interazioni, è tranquilla, per lo più sorridente; la conclusione lieta ci mostra come la sua bontà d'animo sia ripagata. Non mi hanno completamente convinto le lodi sperticate profuse da chi mi ha consigliato questo film; le trama è assai esile e non trovo particolari significati reconditi, se non un invito - che condivido - al saper dare un valore alle piccole cose, siano esse oggetti con specifica valenza simbolica, siano esse stesse un sentimento, un ricordo, un'emozione. Ho invece molto apprezzato l'atmosfera fiabesca, la quale, come una patina colorata, investe contesti e personaggi altrimenti destinati ad un "grigiore" privo di speranze. Bello, ma, per me, non imperdibile.

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