Regia di Jean-Pierre Jeunet vedi scheda film
Davvero bello "Il favoloso mondo di Amelie", e meritatamente - da quanto ho letto - il secondo film francese più visto di sempre.
A parte l'eredità lasciata al mondo della pubblicità: "a Tizio piace fare questo, quest'altro e quest'altro ancora" (e giù piccoli vizietti innocenti da psicanalisi), controbilanciati nel film da altrettanti "non gli piace fare quest'altro, quest'altro e quest'altro ancora".
A parte quel visino dolce e da birichina della bravissima e bella protagonista, proprio birichina per tutte le trovate che le vengono in mente. Ma sono scherzetti (e badate che io di "Scherzi" me ne intendo, avendone scritti oltre 200) tutti a fin di bene, anche quelli che a prima vista non lo paiono.
Lo sono anche quello al fruttivendolo che canzona continuamente il suo garzone (colpevole solo di fare tardi alla sera per imparare a dipingere e perciò un po' addormentato di giorno); e quello, a suo padre, di sotrargli l'amato nanetto da giardino facendolo portare in giro per il mondo per convincere egli stesso a viaggiare. Scherzi che vengono da una persona che tutto sommato ha avuto un'esistenza nè fortunata nè felice, e di cui - anche in quelli che fanno felice chi è preso di mira - non vuole svelare mai di essere l'autrice. Insomma, il trionfo della fantasia, del buon cuore e dell'umiltà; direi quasi dell'amore, che può cambiare il mondo in meglio.
Solo nella caccia al collezionista di fototessere Amelie decide di svelarsi: perchè il film doveva necessariamente avere il suo lieto fine e magari, chissà, per poter continuare in due a fare questi begli scherzetti alla gente.
Da vedere.
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