Regia di Leo Scherman vedi scheda film
Ci sono thriller che riescono a incollarti alla poltrona con un crescendo di tensione e colpi di scena ben congegnati, e poi ci sono film come Segreti tra le mura, che promettono mistero ma finiscono per affogare in una sceneggiatura raffazzonata e in interpretazioni al limite del teatrale.
Diretto con il pilota automatico, il film Segreti tra le mura racconta la storia di Natalie (Tamara Almeida), una chef di successo che, dopo la morte della sorella gemella Celia, è costretta a prendersi cura della ribelle nipote Sabrina (Zoe Belkin) e a gestire i misteri che avvolgono l’antico albergo di famiglia. Da qui prende il via una trama che cerca disperatamente di stupire con presenze inquietanti, strani rumori nelle pareti e segreti sepolti, ma che si perde in un guazzabuglio di svolte narrative improbabili e dialoghi maldestri.
Il problema principale del film Segreti tra le mura è che non riesce mai a decidersi su cosa voglia essere. Vuole essere un horror sovrannaturale? Un thriller psicologico? Un dramma familiare? Il risultato è un pasticcio Lifetime confuso, pieno di cliché: il pentagramma da strega nel seminterrato (perché ovviamente ci deve essere un pentagramma), il ragazzo dall’aria misteriosa che si rivela più pericoloso del previsto, la rivelazione finale che tenta di essere scioccante ma risulta semplicemente assurda. Il tutto condito da un montaggio legnoso e una fotografia che non fa nulla per valorizzare l’ambientazione innevata del Vermont, che sulla carta avrebbe potuto offrire un’atmosfera suggestiva.
Segreti tra le mura (2022): Tamara Almeida
Il cast, purtroppo, non aiuta. Tamara Almeida è poco convincente nel ruolo di protagonista tormentata, e il suo rapporto con la nipote dovrebbe essere il cuore emotivo del film, ma invece si riduce a una serie di litigi ripetitivi e sguardi imbronciati. Belkin, nei panni di Sabrina, recita il solito stereotipo dell’adolescente difficile con poca sfumatura, mentre Spencer Macpherson, nel ruolo di Elijah, sembra uscito da un altro film con il suo atteggiamento da villain da quattro soldi. E poi c’è Luke Humphrey nei panni di Andy, che riesce a rendere il suo personaggio ancora più inquietante di quanto il copione richieda, ma non nel modo giusto.
L’ultimo atto, come se non bastasse già, è un’escalation di assurdità che culmina in un confronto degno di una soap opera di basso livello, con personaggi che confessano rivelazioni sconvolgenti con la stessa intensità emotiva di chi ordina un caffè. Il finale, poi, è la ciliegina sulla torta: un miscuglio di colpi di scena telefonati e decisioni insensate che fanno naufragare definitivamente il film.
In definitiva, Segreti tra le mura è un thriller che non spaventa, un dramma che non emoziona e un mistero che non intriga.
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