Regia di Robert Martin (Mario Bianchi) vedi scheda film
Come slasher ottantiano è ritmicamente davvero minimalista, per non dire fiacco, eppure, tra un incipit che innesta malevole sensazioni e un morboso, necroforo finale, il film di Bianchi suggestiona e non annoia. Grandi prestazioni sonore (il motivetto di Sposito vi rimarrà in testa) e un cast random messo lì per fare body-count. Della serie “Lucio Fulci presenta” è comunque uno dei più riusciti.
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