Regia di Sang-soo Hong vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Un giovane attore decide di passare all'esperienza di regia e progetta di dirigere il suo primo cortometraggio presso un'isola rocciosa e battuta dal vento.
Invita in loco l'attrice protagonista ed il tecnico della fotografia, per i dovuti sopralluoghi e per cercare di impostare le inquadrature principali. Il giovane confida nel fatto che, una volta organizzati i primi sopralluoghi, la storia che intende raccontare, fino a quel momento solo abbozzata, gli si apra dinanzi in una serie di particolari illuminanti e necessari.
Ma la svolta della traccia narrativa stenta ad arrivare, ed i tre si dilungano tra pranzi frugali e l'asporto, resi necessari dai limitati mezzi economici di cui può disporre l'aspirante regista, e l'incontro con qualche persona del luogo.
Più che la ricerca di una storia, la presenza sull'isola si trasforma in una circostanziata riflessione sulle vite dei tre giovani impegnato nelle riprese di un'opera che stenta a nascere o a prendere forma.
Non è certo un caso se la maggior parte delle riprese a lunga veduta appaiono sfocate, come viste attraverso lo sguardo miope di un regista che non riesce a trovare una direzione verso cui volgere il proprio occhio.
Hong Sang-soo, regista sudcoreano minimalista meraviglioso, prolifico e profondo osservatore dei palpiti e dei sentimenti più privati che incalzano l'individuo a vivere una quotidianità spesso insoddisfacente o colma di incognite, continua il suo processo di spogliazione di contenuti ed orpelli, e scrive, dirige, produce, fotografa, musica e monta una storia che, mai come in questo caso, potrebbe definirsi autobiografica e privata.
Una gioia perdersi nei discorsi solo apparentemente banali dei tre che si spartiscono una pizza sorseggiando cola. Un'ora e due minuti impiegati a catturare attimi di vita che incantano grazie alla purezza del messaggio che traspare da quella che, a prima vista, appare come la semplice banalità quotidiana.
Hong Sang-soo utilizza il fine sguardo indagatore e profondamente analitico di cui è dotato, tipico dell'individuo eletto che possiede il dono di cogliere la routine del sopravvivere trasformandola in arte di percezione dei sentimenti più vivi ed imminenti che colgono ogni individuo, e trasforma la quotidianità più bolsa e infilmabile in poesia sublime. Il fine cineasta interpreta e traduce questa fantastica metamorfosi attraverso lo sguardo e la percezione di ogni singolo spettatore, che si dimostri disposto a concedersi al piacere di questo magico gioco di sentimenti.
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