Regia di Antonio Manetti, Marco Manetti vedi scheda film
Terzo e probabilmente ultimo della mini saga dedicata a Diabolik dai fratelli Manetti. Il più riuscito
A Clerville, la città immaginaria partorita dalla fantasia delle sorelle Giussani, una banda di spietati delinquenti, compie una serie di sanguinose rapine in banca. La contessa Wiendeimar, B. Bouchet conserva nel caveau della banca preziose monete, su cui Diabolik ha messo gli occhi. Eva si sostituisce all'impiegata per attuare il colpo progettato, ma incontra la gang di cui sopra che, nello stesso momento entra in banca e si impadronisce delle monete, uccidendo senza pietà l’aristocratica proprietaria e chiunque provi a fare inutili ”eroismi”, segue conflitto a fuoco con i poliziotti accorsi e un inseguimento di rito, nel frattempo però un rapinatore resta a terra, finisce in coma, potrebbe rivelare i nomi dei complici, ma muore; la sua donna interrogata, finge di cadere dal pero, sa però tace per poter godere della sua parte di bottino, nella rapina cui ha partecipato il partner. Mettendosi sulle sue tracce sia Ginko che Diabolik arrivano alla casa di un avvocato, la mente della gang. Tuttavia entrambi in momenti diversi sono storditi e poi imprigionati dai banditi, chiusi in un sottoscala e incatenati, Diabolik e la sua nemesi Ginko, si trovano faccia a faccia, senza via di uscita e certi che la loro sorte sia segnata, Ginko rivolge a Diabolik la fatidica domanda: "Chi sei?". i due acerrimi nemici si lasciano andare a confessioni da condannati a morte. Ed è lì che per la gioia di chi ha sempre avuto la curiosità di conoscere il “background” umano e sociale del mitico re del male, Diabolik racconta la storia della sua vita; attraverso un emozionante flashback a più riprese. Mentre Ginko e Diabolik conversano, Eva Kant, e la fidanzata dell'Ispettore, la duchessa Altea, preoccupate per l’incolumità dei loro partner, decidono pragmaticamente di attivarsi e di agire in concorso, accorrendo efficacemente in soccorso dei loro amati. Diabolik Chi sei? è il terzo e forse ultimo capitolo della mini saga diretta dai fratelli Antonio e Marco Manetti e dedicata al mitico Diabolik. La pellicola, che vanta un cast stellare: Giacomo Gianniotti, Monica Bellucci , Valerio Mastandrea e Miriam Leone, sontuosa la sua prova, è l'adattamento cinematografico del centosettesimo albo dell'omonimo fumetto uno dei più iconici e dei più noti del "Re del terrore" questo lungometraggio è la sua discreta trasposizione cinematografica. Coerenti con la loro idea di cinema i Manetti, provano ancora una volta a trasferire sullo schermo le pagine di un fumetto, conservandone accuratamente spiriti e forme, stavolta l’operazione riesce meglio rispetto ai deludenti precedenti capitoli, c’è più profondità e spessore nella tipizzazione psicologica dei vari personaggi; i registi pagando dazio all’età d’oro del poliziottesco italiano, si muovono a proprio agio e con precise intenzioni citazionistiche tra le atmosfere violente della Milano calibro 9 di Fernando Di Leo, il giallo e il thriller di autori quali Bava, Argento e Fulci, con il cameo di Barbara Bouchet a conferma di queste intenzioni, strizzano l’occhio all’horror gotico di certa produzione degli anni ’40, si pensi al lungo e intermittente flash-back in bianco e nero su infanzia e adolescenza del “Re del Terrore”, con un uso dello “split screen “, piacevolmente vintage. Rispetto ai primi due precedenti, che erano scollati dall’attualità, questo atto finale è più consono per un’appropriata riflessione sulle tematiche odierne: uniti da uno stesso tragico destino, Diabolik e Ginko ridotti all’impotenza coatta da figuri ancora più feroci di loro , rischierebbero di fare una brutta fine, se a salvarli non ci fossero le loro compagne; ciò dimostra e conferma il ruolo centrale che le donne hanno conquistato finalmente nelle vicende umane, per quelle che una volta, il vecchio e obsoleto luogo comune etichettava a torto come, il sesso debole. Pellicola divertente, di puro e sano intrattenimento
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta