Regia di Antonio Manetti, Marco Manetti vedi scheda film
Nonostante l'impegno dell'ispettore Ginko, il bandito Diabolik continua a terrorizzare la città di Clerville, appropriandosi mediante scaltrezza e, quando non può farne a meno, violenza, delle ricchezzze dei maggiorenti locali. Per una sfortunata casualità un suo piano è rovinato a causa dell'azione di altri malviventi, i quali, nel corso di una samguinosa rapina, gli sottraggono un singolare bottino. Essendo interessato a tornarne in possesso, Diabolik si mette sulle tracce dei criminali, ben noti in città a causa delle loro malefatte. L'indagine personale lo conduce presso una villa isolata, nella disponibilità di un losco avvocato, il quale sembra avere uno stretto legame con i rapinatori. Qui, Diabolik è tramortito ed imprigionato. E lo stesso, quasi contemporaneamente, accade all'ispettore Ginko, anch'egli giunto sulla pista giusta. Mentre i due uomini sono incatenati nella stessa cella ed avviano un confronto verbale, le loro innamorate, Eva Kant ed Altea di Vallenberg, si adoperano per liberarli. Ultimo episodio di una trilogia che i registi romani Marco ed Antonio Manetti, in arte Manetti Bros, hanno dedicato a Diabolik, personaggio dei fumetti creato dalle sorelle Giussani, "Diabolik - Chi Sei ?" trae ispirazione dall'albo numero 107 della serie cartacea. Diabolik, non in primo piano nell'episodio precedente, torna al centro della scena. Le lunghe sequenze che lo mostrano prigioniero ed in compagnia dello storico antagonista Ginko sono intervallate da momenti in cui la sua voce narrante è resa in immagini, le quali illustrano, al curioso ispettore ed a noi spettatori, le sue origini e la sua formazione tecnica, caratteriale, morale in ambito criminale. Cresciuto tra persone di rara intelligenza, la quale è stata posta a servizio del male, il nostro ne capitalizza gli insegnamenti, divenendo ben presto più bravo dei maestri ... e più crudele del signore del crimine che aveva in mente di sfruttarne le conoscenze per poi liberarsene. I suoi ricordi non conducono a riflessioni di ordine morale, men che meno al pentimento. Diabolik sa di essere in pericolo di vita, ma confida nella propria capacità di evitare d'essere ucciso. Non potrebbe essere libero, tuttavia, senza l'intervento di Eva Kant, la quale, insieme ad Altea, a sua volta interessata a salvare Ginko, fa irruzione nel covo dei banditi. Gli uomini, alleati occasionali e privi di fiducia l'uno verso l'altro, sono dunque salvi grazie alle donne. All'abilità di Eva Kant è complementare lo spirito d'iniziativa di Altea; le due collaborano senza riserve; Eva Kant, quasi proditoriamente, raggiunto il risultato, scioglie il sodalizio, lasciando alla compagna d'avventura un dono che attesta riconoscenza. E' confermato il cast dell'episodio precedente. Giacomo Gianniotti è un Diabolik di certo meno carismatico di quello interpretato da Luca Marinelli nel primo episodio della trilogia, tuttavia non risulta sgradevole. Valerio Mastandrea è l'ispettore Ginko, Miriam Leone è Eva Kant, Monica Bellucci è Altea di Vallenberg; Massimiliano Rossi, l'avvocato Manden, a capo della banda dei criminali. Appaiono in ruoli minori Carolina Crescentini e Max Gazzè. Immagino sia una scelta ben precisa: tutti sono molto "impostati", paiono poco spontanei nell'interpretare il loro personaggio. Ciò ha un effetto leggermente straniante sullo spettatore; trasmette l'idea che si stia assistendo ad una "finzione", alla resa cinematografica di un avventuroso e colorito fumetto d'altri tempi; ed anzi, di un non-tempo e non-luogo, essendo l'ambientazione di pura fantasia, pur ricordando una cittàdell'Europa "mediterranea" degli anni '60. Paradossalmente, l'interpretazione che ho apprezzato di più, perchè realistica, è quella dell'avvocato Manden, un godereccio, untuoso ed avido professionista privo di ogni scrupolo morale. Non che Diabolik ne abbia di più; tuttavia, anche questo racconto ci conferma che non è il caso di commiserare le sue vittime. Riccastri, personaggi benestanti per fortuna e non per meriti, altri banditi, non riscuotono di certo la simpatia del pubblico. Non è una giustificazione per Diabolik, che sappiamo essere disposto a tutto pur di portare a termine il colpo progettato. Ma il lungo racconto delle sue origini consente di comprenderne le motivazioni; egli è "nato ladro" e non poteva crescere diversamente. Il ritmo è piuttosto lento; non ci si annoia, tuttavia, poichè alle sequenze dedicate al complicato presente del protagonista, s'intrecciano quelle - girate in bianco e nero - dedicate alla sua infanzia ed adolescenza. Le poche scene d'azione sono divertenti, in quanto in esse appaiono i classici strumenti e trucchi cui Diabolik e la sua degna compagna ci hanno abituato. Vivacizzano la narrazione l'originale montaggio tipico dei Manetti Bros ed una colonna sonora molto presente. Degli episodi che compongono la trilogia, "Diabolik - Chi Sei ?" è quello che ho apprezzato di più; c'è tensione, c'è intrattenimento, c'è una evocativa ricostruzione ambientale, c'è la possibilità di conoscere più a fondo il nostro (anti)eroe. Non lo giustifichiamo, di certo, ma lo capiamo.
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