Regia di Scott Hicks vedi scheda film
Tratto da una (banale) raccolta di racconti brevi di Stephen King, questo film si inserisce a pieno merito nella lista degli adattamenti più platealmente inutili del noto scrittore del brivido, che però qui, come in molti suoi scritti, col brivido non ha niente a che fare. Sapevamo che Anthony Hopkins non è più garanzia di qualità, e che a volte fa film solo per soldi, ma dal regista di SHINE era lecito aspettarsi di più. La trama vede coinvolti –in un (uff!) lungo flashback- un ragazzino orfano di padre con madre assente (uff!) che nella provincia americana degli anni ’60 fraternizza, quasi a sfiorare la simbiosi, con un vecchio dal passato misterioso ma dal cuore d’oro che sa leggere la mente della gente. E siccome parliamo di King, ci sarà spazio anche per la crescita e la memoria. Una specie di mix tra STAND BY ME -ma in tono minore e prevedibile- e L’ALLIEVO -ma senza cattiveria-, che Scott Hicks dirige elegante ma senza un briciolo di nerbo, prediligendo ambientazioni, ambiguità e vacue digressioni, anche filosofiche, piuttosto che soffermarsi a chiedersi il vero perché delle cose e degli eventi. Un perchè che, comunque, non interessa a nessuno.
(Francesco de Belvis, Roma)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta