Regia di Scott Hicks vedi scheda film
Un luogo comune indolente e poco azzeccato è quello il quale afferma che Stephen King è bravo quando scrive horror e basta. Nell'opera di questo scrittore che ha creato più che uno stile, addirittura una maniera per concepire il racconto pauroso e narrarlo, c'è miscelata l'analisi della storia dell'uomo comune americano dell'ultimo mezzo secolo, e una lucidissima critica alla parte più conservatrice del potere . Spesso gli eroi kinghiani sono individui che , nonostante abbiano compreso più di altri i pericoli che incombono sulla comunità, sono votati a un sacrificio consapevole per risolvere le cose: "Cuori in Atlantide" è una raccolta di quattro racconti anomala, visto che il flusso delle cose narrate muove più o meno nella stessa cerchia di personaggi per anni. Il film di Hicks che ne è stato tratto riporta parzialmente lo spirito del libro, avvalendosi di due attori di gran classe come Anthony Hopkins e David Morse ( a quest'ultimo manca ancora il ruolo che lo consacri, perchè da anni è uno dei migliori del cinema USA), e non si può dire che sia riuscitissimo: qualche tempo morto, qualche prevedibilità di troppo. Tuttavia, quel sentimento di rimpianto per quell'età che vive le cose a una dimensione , e il trauma di dover accettare l'inesorabilità di forze più potenti di ogni ottimismo traspare, e va a favore del film.
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