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Il Signore degli Anelli. La compagnia dell'Anello

Regia di Peter Jackson vedi scheda film

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La recensione su Il Signore degli Anelli. La compagnia dell'Anello

di Gangs 87
8 stelle

Ritardare troppo la visione di un film, che da tempo desideri vedere, rischia di condizionare il parere che ad esso dai, molto spesso sopravvalutandolo. Incantata da un mondo fantastico, creato ad arte, in cui ogni personaggio è costruito su misura, rischi di passare il tempo ad osservare più estasiata che compiaciuta. Se l'estasi supera il compiacimento, allora vuol dire che, il film, non ha nessuna essenza ma, se l'estasi è causata dal compiacimento, allora vuol dire che, il film, è un capolavoro, o quasi.
E' il caso de "Il signore degli anelli", inteso come film unitario, in cui lo spettatore si trova ad essere immerso nelle pagine del libro di Tolkien, con un processo inverso a quello solito: se la bravura di alcuni registi concede la messa in pratica di un catapultamento all'interno del mondo fantastico (o non), l'estro creativo di Peter Jackson, ha la capacità di crearti, il mondo fantastico, nella stanza in cui avviene la visione filmica. Sei impotente davanti a tanta genialità che ti ritrovi, senza la tua volontà esplicita, a vivere la vita e le avventure di un hobbit, come se fosse la quotidianità.
In questa prima parte, della trilogia più famosa al mondo, c'era la difficoltà di originare, nell'animo dello spettatore, il desiderio di andare oltre, la sofferenza di attendere interminabili mesi prima della successiva visione, pur conoscendo la storia, pur avendo letto il finale. Il film scorre lento ma non annoia mai, ci aiuta ad ambientarci in questo mondo sconosciuto (o quasi) in cui, improvvisamente, ci ritroviamo. La ponderata scelta del regista di affidare ruoli di rilievo ad attori amati dal pubblico e quello da "protagonista" (se così si può dire, contando che non c'è protagonista all'infuori dell'anello) ad un volto sconosciuto, garantisce la catalizzazione di un pubblico all'inizio troppo distratto perchè assonnato dalla prima, abbondante, oretta d'introduzione di cui sopra.
Alla fine del film, quando scorrono i titoli di coda, ti ci vuole un po' per capire che ciò che hai vissuto era una "semplice visione", ci avresti scommesso la testa che tu c'eri davvero al fianco di Frodo e saresti bugiardo a non ammettere di aver desiderato, almeno una volta, di mettere quell'anello per provare il suo potere. Ma, quando la tua mente ritorna al presente, un sorriso illumina il tuo volto: l'avventura è appena cominciata.

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