Regia di Peter Jackson vedi scheda film
ELROND era là 2500 anni prima quando isildur, già corrotto dalla potenza e dalla bramosia di possedere quell'anello, si rifiutò di gettare nei fuochi del monte fato... ebbero quella possibilità e grazie alla debolezza degli uomini la persero.
mi piace la debolezza tipicamente umana di BOROMIR caduto vittima dell'anello per il desiderio di porre fine a quella guerra che sta distruggendo le sue terre, uccidendo il padre e annientando le sue genti....
la stanchezza umana lo porta a voler quell'anello e non si capacita di come elrond abbia potuto lasciare un così prezioso strumento ad un mezz'uomo insignificante come frodo.
mi piacciono gli hobbit per come vivono fuori dagli accadimenti angosciosi del mondo,apparentemente così distanti da tutto ciò che sta succedendo, e invece nel pieno centro di tutto.
mi piace l'allegria di pipino e meriadoc, la timidezza di samvise e la lealtà che li accomuna tutti. buoni di spirito e di cuore.
mi piace come questo viaggio li trasformerà nel corso dell'avventura.
come non essere attratti anche dalla bellezza maestosa di aragorn, o dalla freddezza estetica degli elfi. come non sorridere quando compare gimli e non rimanere incantati quando fa la sua presenza quel mago col cappellone grigio di gandalf, ma nonostante tutto, ciò che si assimila è la realtà che aleggia nel SIGNORE DEGLI ANELLI.
la cruda realtà dei fatti, la minaccia che solamente come un'ombra arriva insieme a gandalf, alla trasformazione che bilbo ha subito tenendo per troppo troppo tempo quel prezioso anello perso da gollum e trovato da lui e da lui tenuto e utilizzato per giochetti e per rimanere in giovinezza perchè no.
gandalf porta brutte notizie a cominciare dalla partenza del tanto adorata zio bilbo. e si comincia a soffrire per degli addii.
la giocosa bambocciosità di pipino e merry prontamente punita da gandalf, la paura di sam nel momento in cui deve fare il passo che lo porterà nel punto più lontano che in tutta la sua vita aveva raggiunta nell'adorata contea.
e l'amore di gandalf per queste semplici creature si può comprendere appieno.
si renderanno degni della compagnia che si formerà quando elrond deciderà che l'anello non può assolutamente restare dagli elfi, ma deve essere necessariamente distrutto, una volta per tutte.
e lo sguardo di frodo quando dice che sarà lui il portatore dell'anello è quello di chiunque umano che sa che sarà l'ultima impresa della sua breve vita, ma troppo importante per non essere portata a termine.
e quando gandalf precipiterà nelle viscere di moria col balrog in quella lotta che ci viene mostrata più tardi, assistiamo al pianto disperato dei 4 hobbit.
perchè negli addii si piange, soprattutto quando non si sa che non sarà un addio. siamo spaesati, impauriti anche se non lo vogliamo far vedere. lontano dalle nostri abitudini, lontano da rosie cotton e i suoi fratelli, lontano dalle secondi colazioni che merry e pipino rimpiangono lamentandosene con aragorn e ricevendo in tutta risposta una mela a testa, pipino in testa letteralmente.
non è tanto l'impresa di un ramingo o di un mago risorto più grande di prima che fa brillare gli occhi e tremare , quanto la risolutezza di un piccolo mezz'uomo che si trova nel mezzo di una battaglia tremenda chiedendosi dove possa essere il suo amico e impugnando la spada combatte col pericolo di essere schiacciato da cavalli, che affascina, sfianca e commuove.
la battaglia per il bene che sembra sempre più irrangiugibile, anche se nei momenti più bui, arriva sempre un barlume di speranza.
sarà un viaggio che non si dimentica sempre memori che sarà pericolosissimo.
le brutture ti crescono volente o nolente. sam deve lasciare il suo pono all'ingresso di moria. sam deve proteggere frodo, l'ha promesso e padron frodo voleva partire da solo. pipino e meriadoc vengono rapiti secondo gli ordini di saruman e assistono alla morte di boromir.
il viaggio si è tramutato, non è più quella giocosa gitarella che sembrava all'inizio.
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