Regia di Peter Jackson vedi scheda film
Dopo tanti anni dall'uscita in sala, mi sono deciso a rivedere la Trilogia dell'anello di Jackson a distanza ravvicinata, dunque in continuità, per non perdere il vigoroso flusso narrativo che vent'anni fa era stato spezzato in tre visioni separate da circa un anno l'una dall'altra. Il film può essere considerato naturalmente opera unica di circa nove ore, che con le versioni extended diventano più di dieci... Tuttavia per una recensione è bene seguire la distinzione nelle tre pellicole diverse.
"La compagnia dell'anello" è già un notevole debutto per la Trilogia, con un gusto del fantasy avventuroso/mitologico/epico che rende un ottimo servizio alle pagine di Tolkien (che non ho letto), una saga dalle ascendenze arturiane o nibelungiche, che dir si voglia, che inutilmente certe culture politiche hanno voluto annettersi, una poderosa allegoria sull'eterna lotta fra Bene e Male. Jackson opera un'originale sintesi di tutto un immaginario fantastico "sword and sorcery", lo vivifica dall'interno e lo pone al servizio della sua ambiziosa impresa di illustrazione filmica di un testo che aveva naturalmente infinite difficoltà di adattamento, il cui intreccio ha dovuto essere semplificato e reso più fruibile ad un pubblico che non necessariamente lo conoscesse in precedenza; ma la coerenza che ispira l'intera operazione è indubbia.
Il film trae partito dalle suggestive location della Nuova Zelanda, dove è stato girato, ma non si può non lodare il lavoro certosino di costumi, scenografie, nonché l'importanza inevitabile che finiscono per assumere gli effetti speciali e la CGI per la manipolazione digitale delle inquadrature, che in questo caso risultava una scelta obbligata data la natura visionaria del fantastico tolkieniano. Quello che importa, alla fine, è che il film appassioni fin dalle prime scene lo spettatore e non lo abbandoni pressoché mai, che i personaggi risultino quasi sempre interessanti e ricchi di motivazioni, che la resa visiva non si limiti ad uno sterile citazionismo e ad una esibizione di spettacolari movimenti di macchina, ma che abbia un cuore pulsante.
Nel cast Elijah Wood regge bene il lungo screen time affidatogli, facendo di Frodo un ragazzino inquieto e terrorizzato, benissimo coadiuvato da Sean Astin come Sam, con due eccellenti caratterizzazioni di Ian McKellen come Gandalf e Ian Holm come Bilbo, e partecipazioni di lusso di Liv Tyler e Cate Blanchett. La critica lo ha accolto in maniera contrastante, forse un po' irritata dalla sua natura di blockbuster, ma certe osservazioni come "troppo lungo" e "finale inaccettabile perché tronco" lasciano veramente il tempo che trovano di fronte al lavoro di regia di Jackson.
Voto 9/10
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