Regia di Hong Sang-soo vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Un regista accompagna la figlia, studentessa di scenografia ed arredi, da una sua amica artista, che desidera affittare al cineasta una stanza del suo immobile, dedicato nel suo complesso a dare asilo ad artisti di vario genere.
Dopo alcuni convenevoli e un brindisi, il regista si allontana per raggiungere un produttore nelle vicinanze, lasciando con la pittrice la figlia e impegnandosi a tornare entro breve per riprenderla.
Ma trascorrono più di un paio d'ore e del regista non si registra traccia.
Nel frattempo lui torna a riprendere la figlia, ma nota che qualcosa è cambiato, come se si trovasse nello stesso posto, ma in una dimensione differente.
Anche nel mondo realista e minimalista del cinema unico del sudcoreano Hong Sang-soo esiste qualcosa di simile al metaverso.
Il bravo regista ne utilizza le caratteristiche per parlarci di se stesso, della crisi creativa che coglie chiunque abbia a che fare con la creazione di storie o vicende.
La storia, che non può in effetti definirsi di fantascienza, se non puramente a livello concettuale e molto teorico, si concentra su un appena percettibile e quindi bizzarro viaggio dimensionale tra mondi rigorosamente minimalisti e quindi esattamente speculari, ove lo squallore asettico di immobili, arredi e persino pietanze che si tenta invano di rendere accattivanti, viene scambiato per un vero e proprio paradiso idealizzato, perfetto per crearvi un rifugio creativo pertinente alle circostanze.
Pur interessante e quasi innovativo, il film non riesce tuttavia a rientrare tra le vette creative del gran maestro minimalista coreano.
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