Regia di Makoto Shinkai vedi scheda film
Una ragazza di diciassette anni incontra un ragazzo che ha il compito di chiudere delle porte verso un altro mondo. Lo aiuterà arrivando a scoprire, ricordare, assimilare, elaborare, tragedia e lutto, ricordando la grande catastrofe avvenuta nel 2011 in Giappone. Eppure la trama non fila liscia, viene attorcigliata inutilmente e i personaggi non rimangono in memoria.
Makoto Shinkai è uno dei massimi registi di questi tempi, ma che delusione! Sono anni che si ripete e non riesce a avanzare di un solo passo dai tempi di La voce delle stelle. Che cortometraggio quello! Che opera! C'era tutto. Aveva un potenziale che mi affascinò.
Lo reputai subito un capolavoro e il regista, che lavorò completamente solo, mi impressionò davvero. Pensavo ad un futuro radioso per lui e a quali perle fantascientifiche avrebbe realizzato nel corso della sua carriera. Stando agli elogi della critica e al pubblico che riesce a portare al cinema, sembrerebbe che ci sia riuscito ed io dovrei esserne felice. Eppure non è così, sarò l'unico a non vedere un reale progresso del suo lavoro. Anzi, a volte il suo cinema non lo sopporto più. Ad ogni film, una buona percentuale è dedicata a gente che piage e urla. In Suzume, l'essere agitati anche in contesti "normali" sembrerebbe una prerogativa. Finale lunghissimo, estenuante. Credo la sufficienza la raggiunga per via della tecnica: inquadrature, fondali, disegni eccelsi. Mi tocca amaramente dire che Makoto Shinkai è un abbaglio. Insieme a Hosoda due registi sopravvalutati dei nostri tempi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta