Regia di Christian Petzold vedi scheda film
E' un film dove, capita l'antifona, si finisce a tifare per il fuoco, perché arrivi presto e ponga fine a questo sconclusionata vicenda, che è pura noia e masturbazione. Purtroppo per noi, il fuoco arriverà tardi e male, ma non aggiungo altro. E' la prima opera di Petzold, quotato regista tedesco, che vedo e, se tanto mi dà tanto, è stata anche l'ultima. Una casa in un bosco, a due passi dal mare del nord, in cui si ritrovano due amici, una ragazza che non si sa bene perché e il bagnino, che dopo essersi trastullato con lei, cambia riva. Il film, però, si avviluppa intorno alla figura di Leon, uno scrittore, alle prese con la sua seconda opera, che è l'emblema dell'idiozia: raramente ho visto un personaggio più antipatico, stupido e auto lesionista. Scontroso, solitario, paradigma, immagino, per il regista, dello scrittore tormentato, gestisce malamente i giorni alla casa, venendo insultato ripetutamente dal sottoscritto. Il resto è un blah blah inutile e inconcludente, con un tentativo di film "alto" che fallisce, a mio modo di vedere, inesorabilmente. Finale imbevibile. Non mi spiego assolutamente il voto alto e, soprattutto, i premi a Berlino. Ah, certo, è tedesco.
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