Regia di Zhang Lu vedi scheda film
In Fukuoka di Zhang Lu i protagonisti scoprivano una torre che poteva essere vista da qualsiasi angolatura e posizione in città, quasi come un angelo custode, o il Buddha demiurgo imperscrutabile di Right Now Wrong Then di Hong Sang-soo. Quella torre seguiva i protagonisti e li controllava, mentre una storia d’amore a tre diventava a tutti gli effetti una storia di fantasmi.
In The Shadowless Tower, sempre di Zhang Lu, quella torre diventa protagonista. Forse è una storia di fantasmi, ma non è propriamente una storia d’amore. Ad essere fantasmatici sono questa volta i legami familiari che uniscono il protagonista (critico culinario) a una bambina e a una coppia, che scopriremo essere rispettivamente figlia e sorella con cognato. E mentre il protagonista conosce e si lega a una ragazza esuberante conosciuta per caso, un anziano signore compie i suoi stessi movimenti, quasi come ad annullarli e sovvertirli, senza che Zhang Lu abbia alcun interesse immediato a spiegarcene il motivo.
The Shadowless Tower ha una complessità ellittica e silenziosa che ricorda più Jia ZhangKe che non il maestro sudcoreano che sembrava di ispirazione per Fukuoka. Zhang non ha alcun problema a combinare reale e possibile: il suo film sta alla famiglia e all’idea di un palcoscenico come Platform di Jia stava alla Storia e al gruppo di attori itineranti. Una canzone lo dichiara proprio: la vita è una recita. Solo che non è chiaro dove finisca la platea e inizi il palco, e su questo bordo confuso Zhang ondeggia allusivo, proponendo dei misteri talmente grandi e invisibili da non avere reale definizione: lo spettatore dev’essere pronto a un salto nel vuoto, ed attivarsi direttamente per dare al film un’ombra che l’apparenza superficiale sembra negargli.
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