Regia di Giacomo Abbruzzese vedi scheda film
Franz Rogolwsky in gran spolvero, la musica di Vitalic potente e ipnotica, un linguaggio visivo sorprendente fanno di questo film un piccolo grande capolavoro degno di nota in un panorama italiano non sempre idilliaco
DISCO BOY
Disco Boy colpisce.
Giacomo Abruzzese, regista illuminato, fornisce una visione artistica, fotografica eccellente, supportata da una musica che ha con sè elementi abissali, lirici e melanconici che portano verso la trance.
Questo corollario visivo primario tra intensi viola e verdi, arricchito dalla trama musicale di Vitalic, esalta un debutto sorprendente. Quello di Abruzzese che genera un film a dir poco conturbante.
A questa bellezza visiva, Disco Boy associa temi sociali e intensi, come la guerra, l’occupazione di territori e lo sfruttamento di popoli. E le sue dirette e inevitabili conseguenze: i migranti, i clandestini. Cose ahimè così attuali.
In un circolo vizioso, il messaggio del film associa tutto a tutti, ingenerando la riflessione che la collettività si appartiene, anche a distanza di spazi e tempi. Quello che sembra non toccarci da vicino, in realtà prima o poi arriva anche a noi. Da li il monito dell'attenzione verso il prossimo. Sfuggendo da morali e dettami religiosi, invece il film di focalizza sulla potenza del Karma.
Il tutto: musica, fotografia, tematica conferisce a Disco Boy quell’originalità che consente ai bravi registi italiani, spesso sottovalutati, di ritagliarsi un importante spazio anche nell’eccellenza internazionale.
Temi della clandestinità, dei migranti disposti a tutto pur di avere un lasciapassare, un documento che, ne certifichi l’esistenza, sono qui trattati in un modo insolito.
Non dimenticando pure che sono ragazzi giovani e che, nella normalità, non la loro, solo la discoteca ne certifica l’habitat primario. Non la trincea.
Una ampia coproduzione internazionale di Francia, Belgio, Polonia, Italia dimostra che il film, costato 3 milioni e mezzo, li vale tutti.
La sinossi
Dopo aver attraversato l'Europa tra mille difficoltà, Aleksei arriva a Parigi per arruolarsi nella Legione straniera francese. Il corpo militare, altamente selettivo, consente infatti a qualsiasi straniero, anche privo di documenti, di ottenere un passaporto francese.
Nella zona del delta del Niger, Jomo combatte contro le compagnie petrolifere che minacciano la sopravvivenza del suo villaggio. La sorella Udoka, invece, sogna di scappare.
Franz Rogolwsky in gran spolvero, la musica di Vitalic potente e ipnotica, un linguaggio visivo sorprendente fanno di questo film un piccolo grande capolavoro degno di nota in un panorama italiano non sempre idilliaco
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