La recensione su Disco Boy

di alan smithee

7 stelle

AL CINEMA/ ORSO D'ARGENTO AL FESTIVAL DI BERLINO per il migliore contributo artistico.

Il trentenne bielorusso Alekseï desidera lasciarsi alle spalle un passato pieno di incertezze che promette un futuro senza speranze.

Per questo motivo decide di entrare a fare parte della Legione Straniera, approfittando della opportunità riservata a chi riesce ad inserirsi in quel gruppo di mercenari armati, di ottenere col tempo la cittadinanza francese.

Poco dopo il periodo di addestramento, ritroviamo il giovane come un soldato ormai formato, impegnato col suo plotone in una missione in Africa, sul delta del Niger.

Il destino di Alekseï urta con quello del coetaneo Uomo, che in quel luogo verdeggiante si batte contro le multinazionali che tentano di modificare in peggio le peculiarità del proprio paese tramite uno sfruttamento intensivo delle materie prime.

La sopravvivenza di uno corrisponde al sacrificio dell'altro, quasi come a passarsi la testimonianza di una staffetta in cui sono racchiusi i punti salienti per cui vale vivere.

Combinazione vuole che,qualche tempo più tardi, la vita da cittadino francese di Alekseï venga in contatto con quella di una clandestina di nome Udoka, che altri non è se non la sorella del giovane africano morto durante lo scontro ad opera di Alekseï.

Alla sua ambiziosa opera prima sotto forma di lungometraggio, il coraggioso Giacomo Abruzzese prende spunto da alcune testimonianze di vita che è riuscito a catturare per caso, per raccontarci una storia di simbiosi tra vite che si cedono il passo, ma che dal sacrificio di colui che soccombe si eleva a fornire possibilità di riscatto insperate e tanto desiderate a favore di chi è riuscito a sopravvivere e a farsi forza sul sacrificio autoimposto per anelare ad una nuova dimensione.

Il film intreccia questa sorta di bypass tra esistenze solo apparentemente in conflitto, con tematiche a sfondo ecologico sin avventate in apparenza, per il rischio di finire per allargare il filo conduttore a troppe tematiche.

Ma il mistero del film riesce a restare un punto di forza e Disco Boy si rivela un film complesso ed affascinante, che si fa forza sulle proprietà mistiche degli elementi naturali e sull'alchimia dell'anima che travalica i corpi, e si fa forza nella sua capacità di rappresentazione anche sulle doti recitative e l'ispirazione a rendere mirabilmente il personaggio del protagonista Alekseï da parte del solito, straordinario Frank Rogowski.

Attore ancora una volta magnifico e sfaccettato, tormentato al punto giusto per rendere epidermiche le sfaccettature complesse di una maturazione che passa anche attraverso lo smarrimento e la sopraffazione, per arrivare ad una presa di coscienza che volge le spalle al passato con rispetto e senso di colpa ai massimi livelli.

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