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Cerrar los ojos

Regia di Victor Erice vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Cerrar los ojos

di alan smithee
9 stelle

locandina

Cerrar los ojos (2023): locandina

FESTIVAL DI CANNES 2023: CANNES PREMIERE - TFF 41 - FUORI CONCORSO

La vicenda si apre nei pressi di una località nella periferia borghese parigina.

Un luogo immerso nel verde, ove sorge una vecchia villa nota col curioso nome di Triste-le.roi.

Qui un ricco signore anziano incarica un investigatore privato (José Coronado) di indagare sulla scomparsa della sua unica figlia, in modo da cercare di riportargliela prima che egli muoia di un terribile male che lo sta consumando velocemente.

Lo spettatore, già preso da questo incipit, scopre presto che questa storia è solo una delle poche scene girate di un film che il regista Julio Arenas (Manolo Solo) dovette presto interrompere a causa della sparizione misteriosa del suo protagonista, scelto per interpretare l’investigatore.

Si tratta, tra l'altro, di un caro amico del regista, sin dai tempi della leva militare, divenuto poi attore feticcio del cineasta. Quando una trasmissione televisiva tipo il nostro "Chi l’ha visto" tratta nuovamente il mistero di quella scomparsa, ecco che la telefonata di una donna fornisce indicazioni precise su dove trovare l’uomo.

 

José Coronado, Ana Torrent

Cerrar los ojos (2023): José Coronado, Ana Torrent

José Coronado

Cerrar los ojos (2023): José Coronado

Recatosi nella località marinara, presso un ospizio in cui pare si trovi l’ex attore, ora senza memoria né amici, il regista si trova dinanzi ad un uomo che ha trovato rifugio in quel luogo grazie alla magnanimità di due suore che hanno pure deciso di soprannominarlo Gardel per il suo canticchiare spesso motivi legati al tango. Dopo essersi convinto che è davvero lui, Julio cerca di trovare il modo affinché lo smemorato possa ritrovare i ricordi del passato.

E anche l’amore per la figlia, come l’affetto del suo più caro amico.

Sarà alla fine il cinema, che tanto tempo fa li ha divisi, a farli ritrovare, consapevolmente, forse definitivamente. Il ritorno in regia di Victor Erice avviene con un film straordinario, coinvolgente, appassionante, che può lasciare inizialmente interdetti, ma che è destinato poco per volta a entrare nei cuori degli spettatori.

Con un regista come attore principale, e un coprotagonista smemorato, il film è anche probabilmente un’opera dai risvolti molto autobiografici, attraverso la quale il grande autore di Lo spirito dell’alveare (1973) e di El sur (1983) cerca di fare i conti con la propria passione, con l'arte che più ama rappresentare, che è anche la sua passione.

Erice, con Cerràr Los Ojos, chiude il cerchio durato tutta una vita dedicata senza dubbio alla settima arte, ma senza frenesia né obblighi contrattuali da rispettare, che gli hanno permesso di affrontare la propria arte con tempistiche e maturazioni dilatate e avulse da stimoli o strategie commerciali.

Questa purezza autoriale conferisce al film bellissimo il potere quasi miracoloso di recuperare il senso del valore della memoria, delle emozioni che parevano perse.

 

Mario Pardo

Cerrar los ojos (2023): Mario Pardo

Manolo Solo, Mario Pardo

Cerrar los ojos (2023): Manolo Solo, Mario Pardo

Erice, nella sua elaborazione complessa ma stimolante, composta da capitoli che si aprono vorticosamente l'uno dentro l'altro seguendo una incalzante suggestione narrativa, riabilita le sorti di una fantasmagorica pellicola in qualche modo maledetta, sempre al centro di notizie fuorvianti legate alla misteriosa sparizione dell’attore e per nulla incentrate sulla qualità intrinseca del lavoro.

Quasi come a voler suggellare l'importanza testimoniale che anche il cinema può offrire per ricostruire elementi cancellati ma fondamentali per chiarire le dinamiche di una scomparsa.

Il risultato di questa nuova opera di Victor Erice, come già accennato, è straordinario, commovente, e pudicamente celebrativo di un’arte narrativa che dimostra virtù terapeutiche insperate e dagli effetti pratici quasi miracolosi.

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