Regia di Leonardo Cortese vedi scheda film
Una ragazza viene violentata in riva al lago di Bolsena; muore annegata. Il fratello della vittima uccide a pugni lo stupratore e viene quindi condannato. Uscito dal carcere, il ragazzo si innamora della figlia del giudice che lo aveva condannato e che ancora lo considera un efferato assassino.
Questa è la seconda regia di Leonardo Cortese, già per lungo tempo attore e che da qui in avanti passerà più tempo dietro che davanti la macchina da presa; dopo Art. 519 codice penale (1952) il Nostro torna sui suoi passi e confeziona un dramma a tinte legali-carcerarie dalla sottile morale improntata nel nome della Giustizia. Non sorprende che fra gli autori del copione di questa pellicola compaia, oltre allo stesso Cortese, a Sabatino Ciuffini, a Baccio Angioletti e a Cesare Torri (quest’ultimo da solo firma anche il soggetto), anche un Mario Monicelli ormai lanciato verso il successo come regista, ma ancora per qualche anno strettamente legato all’universo degli sceneggiatori. Violenza sul lago è un’opera dal budget visibilmente striminzito, ma diretta con attenzione e recitata con garbo, dal ritmo apprezzabile e che non travalica mai i confini del sentimentalismo; a conti fatti può dunque dirsi mediamente riuscita, se si considerano i limiti intrinsechi della produzione. Nel cast i nomi di maggior spicco sono quelli di Erno Crisa, Carlo Hintermann, Virna Lisi, Lia Amanda, Peter Trent, Patrizia Della Rovere e del cantante Giacomo Rondinella, che ha anche modo di sfoggiare le sue abilità vocali. Nonostante la non disprezzabile prova, la successiva regia di Cortese arriverà solo nove anni più tardi (e per la Rai), ma da quel momento continuerà a lavorare assiduamente per la televisione di Stato. 3,5/10.
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