Regia di Johan Renck vedi scheda film
Ambizioso e stravagante film di sci-fi "esistenzialista" .Così, così
Adam Sandler, è nelle insolite vesti di un brillante astrofisico, Jakub Procházka, rimasto orfano da piccolo e cresciuto dai nonni nelle campagne della Repubblica Ceca. Un giorno ha la possibilità di realizzare il suo sogno, viene selezionato come cosmonauta, per partecipare ad una missione in solitaria della durata di circa otto mesi, alla periferia del sistema solare, per giungere prima dei rivali sudcoreani, ad esplorare una misteriosa nube purpurea che, sapremo dopo, è composta dalle particelle primordiali dell’universo. L’uomo un giorno incontra all’interno della navicella spaziale, in cui si muove affannosamente, una creatura aliena, dalla forma di ragno gigante, non si sa come sia penetrato nella capsula, ma questo è secondario, peraltro non è certo se questo alieno , che lui chiama Hanuš, sia reale o solo un’allucinazione, prodotta dalla sua mente impazzita per l’isolamento protratto; comunque inizia con tale entità, una lunga conversazione, ripercorrendo il proprio passato, dalla tragica morte dei genitori all’infanzia con i nonni, fino all’incontro con Lenka, la consorte incinta, che però non ne vuole più sapere di lui, considerandolo egoista e arrivista .Tengono banco questi interminabili discorsi, in realtà dei monologhi, in cui Jakub si confessa, come dallo psicanalista, ama la moglie ma non riesce a dimostrarglielo, soffre di ansia da separazione, ma era respingente quando ancora si trovava sulla terra. La fantascienza filosofica ed esistenziale, quella che si interroga sui grandi quesiti della vita, (chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo) è materia impegnativa assai; “Solaris”,”2001 odissea nello spazio”, Blade runner”, “il pianeta delle scimmie” sono alcuni esempi tra i più noti; capolavori senza tempo, inarrivabili. Con questi precedenti, cimentarsi in questo filone è rischioso, cinematograficamente parlando. Questo piccolo ma pretenzioso film, pur avventurandosi in un territorio intrigante, con il proposito di trattare argomenti cruciali, come la solitudine, il senso della vita, lo scopo dell’esistenza, l’amore, non riesce però a svilupparli e i temi “de quo” restano solo sfiorati e appena abbozzati. Oltretutto il reparto tecnico lascia veramente a desiderare, la CGI è pessima e gli effetti speciali sono dilettantistici. Unica nota positiva, la prova artistica di Sandler, che sa fare anche l’attore drammatico e non solo i film comico/demenziali, che l’hanno fatto conoscere al grande pubblico.
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