Regia di Sam Esmail vedi scheda film
Se lo guardassero Shimalayan e la Cavani, Il mondo dietro di te, alla luce delle loro caricaturali apocalissi, chiederebbe scusa al mondo e alla sua eventuale fine.
Questo piccolo capolavoro di Sam Esmail invece, si esalta di regia spericolata, invenzioni visive, un copione sotto continua tensione aperto a spiragli diversamente interpretabili, barcamenandosi impeccabilmente tra fantascienza e thriller nonostante una materia sdrucciolevole e fragile, ma rimanendo su quel piacevole bilico che innesca sempre continui interrogativi tra tensione e pathos.
C’è la competizione dell’uomo sulla vita, dell’uomo sull’uomo, del buon senso sulla natura; c’è tensione palpabile, preoccupazione reale che mette in gioco tutti i nostri comportamenti e ogni convenzionale atteggiamento in situazioni del genere.
Azioni e reazioni, ad ogni nuova scoperta, ad ogni novità non prevista, non catalogata, vanno ad accavallarsi esponenzialmente.
Forse il finale può non soddisfare, l’apocalisse non ingrana stile disaster movie, si affaccia mascherata, sfiora il colpo e sembra non affondare, ci lascia anche lei in bilico di una bambina alla quale fin dall’inizio viene affidato tutto il tesoretto thriller.
Ma ci sta.
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