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Damsel

Regia di Juan Carlos Fresnadillo vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Damsel

di axe
6 stelle

Elodie, principessa di Inophe, regione fredda ed inospitale, è condotta dal padre Lord Bayford, insieme alla matrigna Lady Bayfordn ed alla sorella minore Floria, presso Aurea, un regno dal clima mite e la terra feconda, al fine di contrarre matrimonio con il principe Henry; è previsto che l'unione tra i due garantisca ai regnanti di Inophe le risorse necessarie a sostenere l'affamato popolo. Elodie non è felice delle nozze, ma accetta di buon grado il matrimonio; successivamente, le buone maniere del principe Henry sciolgono le sue riserve. Conclusa la cerimonia nuziale, tuttavia, ne inizia un'altra, ben più oscura, e potenzialmente letale per la principessa; durante lo svolgimento è precipitata proditoriamente in un baratro all'interno di un'alta montagna. Nell'antro sottostante, un drago l'attende, per divorarla. Da secoli, i sovrani di Aurea, per ogni generazione, sacrificano alla gigantesca creatura, fremente d'ira a causa di un gravissimo torto subito ad opera di un membro della famiglia reale, tre principesse, al fine di soddisfare il suo desiderio di vendetta. Juan Carlos Fresnadillo, regista spagnolo, dirige, per produzione Netflix, un discreto film d'azione d'ambientazione fantasy. L'impostazione del racconto, dettaglio ben chiaro sin dall'inizio, sovverte i canoni dalla classica fiaba. Il "principe" del racconto non salva la principessa; tenta di ucciderla. E non è un "valoroso". Nessuno tra gli uomini della storia lo è. Essi sono pavidi, infidi, poco scaltri, o due, o tre, di queste cose insieme; sono le donne a prendere le decisioni più importanti, in positivo e negativo. La regina di Aurea, una donna superba ed untuosa, a tutela della (nefasta) "ragion di stato", decide della sorte del figlio, il quale non ha coraggio di opporsi, pur riconoscendo la negatività delle scelte effettuate. Elodie, personaggio in principio passivo, è costretta a prendere l'iniziativa nel momento in cui la sua vita è gravemente minacciata; mettere a frutto la sua esperienza di vita in un ambiente ostile; essere astuta e coraggiosa; sopportare il dolore di una perdita; infine, abbandonare ogni scrupolo e pietà. Apprendiamo che lo stesso drago è una creatura femminile. Madre destinata, per il resto della lunga vita, a soffrire per la perdita dei figli-cuccioli, senza possibilità di metterne al mondo altri, ultima della sua specie, condannata alla solitudine, al rancore, all'odio, è riportata alla ragione da Elodie. Lady Bayford, matrigna della protagonista, con la quale sembra non avere un buon rapporto, pur essendo animata da intenzioni positive, è in grado di prendere la decisione giusta al momento giusto, e ciò la concilia con la figliastra. Accettabile è il livello della recitazione di Millie Bobby Brown, interprete della protagonista, atletica, volitiva, mai doma. La ragazza appare truccata e con i capelli acconciati - a volte, inspiegabilmente - in modo sempre diverso. Non c'è, del resto, molto di realistico nel suo ruolo. Ella sopravvive a cadute e bruciature; mostra d'essere una combattente provetta; d'avere una capacità di persuasione fuori dal normale. Non male per una giovanissima nobile appartenente ad un regno di persone semplici e poco avvezze al combattimento, essendo stanziate in una terra tanto disgraziata da non aver bisogno d'esser difesa. La sua antagonista è una oltremodo antipatica regina Isabelle, nelle cui vesti appare Robin Wright. Il film ha lo scopo precipuo d'intrattenere; c'è azione, c'è mistero - buona parte del racconto è ambientata dentro una caverna dalle molte curiosità ed insidie - c'è il coinvolgimento emotivo dell'attore, stimolato dalla grave ingiustizia patita dalla protagonista, tradita nel giorno delle nozze; ci sono alcuni colpi di scena che conducono ad un finale quanto meno consolatorio. Nulla c'è da aspettarsi sotto l'aspetto del realismo storico; anche alcuni dettagli delle dinamiche che muovono gli eventi sono poco credibili. Possibile che, in tanti secoli, i governanti di Aurea siano riusciti a far sparire giovani notabili di origine straniera, senza sollevare interrogativi, con conseguenti indagini, nelle rispettive famiglie di origine ? E possibile che in altrettanto lungo tempo la "draghessa" non abbia mai compreso d'essere stata ingannata ? Domande destinate a rimanere senza risposta ... la quale non credo sia così importante, in rapporto alla tipologia di opera. "Damsel" consente allo spettatore di trascorrere oltre un'ora e mezzo in un ambiente selvaggio, un "medioevo" fantastico nel quale alcune femmine, umane e non, s'impegnano, per il trionfo dei loro ideali ed interessi, in un confronto serrato ed appassionante.

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