Regia di Ilker Çatak vedi scheda film
"La sala professori" si inserisce nel filone dei film che mettono al centro della narrazione la scuola quale emblema di dinamiche sociali e relazionali.
Basti pensare ad alcuni dei suoi precedenti in primis "Il seme della violenza", ma si possono ricordare "la classe", " L 'onda", "Monsieur Lazhar", "Diario di un maestro", ecc. in cui la scuola viene vista nelle sue dinamiche di classe sociale , di potere di discriminazione, ma a volte anche come ambiente di riscatto o di ribellione.
In questo film prevale la prima componente e "la sala professori" sembra proprio già nel titolo mettere al centro il corpo insegnante particolarmente rappresentato dalla volenterosa professoressa Carla Nowak che con l'intento di intervenire a favore di un suo alunno, vittima di un' ingiustizia, finisce con adottare gli stessi meccanismi indagatori e persecutori da lei rifiutati finendo con innescare una sequenza di situazioni di sempre più difficile gestione. Interessante il continuo ribaltamento di fronte tra giudice ed indagato, fino alla scena finale in cui "la vittima ultima" viene portata in un quasi
triste trionfo fuori dall' edificio scolastico.
Il film non offre molti spazi alla consolazione, non sembra esserci speranza se la scuola non rifonda alcuni suoi principi . Non ci sono vincitori, la sala professori e gli alunni sono entrambi specularmente perdenti.
La regia è quasi documentaristica, distante e funzionale mette al centro la giovane insegnante, ma non la idealizza ne descrive l' impotenza. E sembra non ritenere sufficienti i buoni propositi se non sono gestiti con sapienza.
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