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La sala professori

Regia di Ilker Çatak vedi scheda film

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La recensione su La sala professori

di mm40
7 stelle

Carla insegna in una scuola media. Di recente sembra che un ladruncolo stia agendo nella struttura, perciò la donna decide di lasciare il suo portafogli incustodito nella sala professori mentre la videocamera del suo portatile riprende tutto. Al suo ritorno, Carla trova meno soldi di quanti ne aveva lasciati nel portafogli. Osservando le riprese scorge il dettaglio di una camicia vistosa che si aggira attorno alla sua scrivania; è la camicia che quel giorno indossa una segretaria. Prontamente, Carla denuncia il fatto.


È una parabola sul giustizialismo e sul garantismo a oltranza, sull'idea di giusto e sbagliato dei tempi nostri, e in parole ancora più povere su ciò che è bene e ciò che è male (e come le due categorie si mescolino di continuo); su come puntare il dito sia semplice e spesso fuorviante, inutile, deleterio, ma al tempo stesso sia necessario smettere di tacere, fare finta che nulla ci riguardi direttamente, abbandonare l'idea che il quieto vivere sia un obiettivo sensato e socialmente accettabile. La sala professori è tutto questo e molto di più; non sorprende la sua candidatura a miglior film mondiale per gli Oscar, ma lo fa (sorprende) che abbia vinto l'insipido e calcolatissimo La zona di interesse. A ogni modo ottimo lavoro per Ilker Catak, che scrive anche la sceneggiatura insieme a Johannes Duncker e assomma pian piano una serie di elementi di inquietudine per dar vita a un'opera che rende perfettamente l'idea della claustrofobica condizione odierna non solo degli insegnanti, ma parimenti di qualsiasi essere umano. La vittima che diventa carnefice, il carnefice che va protetto dal pubblico linciaggio, l'assurdità del concetto di privacy in un'era di videosorveglianza e fotocamere ovunque; le leggi che impediscono la giustizia anziché favorirla, ancor meglio: i paradossi giuridici... c'è davvero tanta, tanta angoscia contemporanea nella pur esile trama di questo film, realizzato con taglio scattante (montaggio di Gesa Jaeger) e ritmo in crescendo fino all'inatteso finale epico. Una conclusione in cui il colpevole viene portato involontariamente in trionfo, capovolgendo di nuovo tutto il senso della storia. Convincente la protagonista Leonie Benesch, bravi anche i numerosi piccolo interpreti al suo fianco. 7/10.

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