Regia di Ilker Çatak vedi scheda film
Bruttino. Non si capisce come faccia ad essere così apprezzato.
Gioca sul morboso del coinvolgimento dei propri figli nella scuola. Tale coinvolgimento è poi un fenomeno sempre più di moda negli ultimi anni: segno di maggiore attenzione all’educazione dei figli, per fortuna, ma anche con effetti collaterali indesiderabili, come il facile abuso dei gruppi di whatsapp dei genitori, assieme ad esibizionismi e invadenze genitoriali di varia natura.
Ma il problema è la sceneggiatura, che non è credibile. I bambini sono adultizzati, in modo insopportabile: è assurdo pensare che facciano i ribelli in quel modo, a quell’età che viene mostrata.
Peggio ancora con il giornale: questi impuberi ragionano come scafati, colti e intelligenti adulti. La metafora del giornalino scolastico, visto come emblema del giornalismo che permette libera critica a salvaguardia della democrazia, ha sempre un suo senso: peccato che qui appaia grottesco, per la sua improbabilità.
Alla fine, oltre a vellicare situazioni ormai ricorrenti tra i genitori degli alunni, nonché fra gli alunni medesimi (competitività; imitare, magari anche involontariamente, i genitori, compresi i loro difetti…), il film ha un senso assai banale: rimesta l’attenzione sul sempre possibile - e spesso realizzatosi - squallore dei rapporti umani, qui visto all’interno dei colleghi di scuola, e più in generale della comunità educante.
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