Regia di Ilker Çatak vedi scheda film
AL CINEMA
Una dinamica e giovane professoressa di matematica tenta di dire la sua a proposito di una arbitraria e discutibile metodologia adottata dai suoi colleghi, circa la possibilità di fare spiare dai rappresentanti di classe i loro compagni sospettati di essere gli esecutori di ripetuti furti a danno di alcuni altri studenti.
Ma, guarda caso, l'insegnante stessa diviene, poco dopo, vittima di un furto e, riuscendo a filmare attraverso il pc portatile rimasto acceso, un particolare inequivocabile del probabile ladro, cerca di ricevere adeguate spiegazioni dall'interessato, che si rivela una persona insospettabile, protesa a difendere oltre ogni evidenza la quasi evidente colpevolezza riscontrata.
L'iniziativa, nata e condotta istintivamente come difesa di un proprio diritto palesemente leso, scatena una reazione compulsiva di gruppo e di gerarchia, tra isterismo e ribellione, in grado di mettere in subbuglio l'intero istituto scolastico e la relativa, da tempo consolidata buona reputazione.
Un boomerang di reazioni che, unite alla problematica del rispetto di privacy e dei sacrosanti dati sensibili, innesta una catena di eventi collaterali destabilizzanti, se non proprio imprevedibili e spiazzanti. Presentato con successo nella sezione Panorama della Berlinale 2023, La sala professori, opera terza del regista tedesco di origine turca Ilker Çatak, è un film inquietante ed incalzante che riflette su varie tematiche legate al libero arbitrio, alla necessità di preservare i cosiddetti dati sensibili delle persone, ed il pregiudizio che si innesta quando, anche con le migliori intenzioni, ci si improvvisa detective per fini di giustizia sociale, oltre che privata, anche legati e condizionati dal proprio ruolo istituzionale all'interno di un gruppo.
Per quanto sin eccessivamente lambiccato nella concitata storia che regge l'opera, il valido film di Çatak va a fondo in modo lucido e tenace sulla scottante tematica legata ad una forma di giustizia privata attraverso cui il singolo è predisposto ad ergersi a paladino di una giustizia che si rivela spesso priva o scarna di presupposti, nonché dai toni risolutivi e giustizialisti, se non addirittura vendicatori.
Al centro della vicenda, un personaggio di istitutrice esemplare e nello stesso tempo ispiratore di una serie di eventi che non fanno che divampare fiammate di intemperanza e di scontro sociale, utile solo ad inasprire gli animi e a disincentivare il pacifico confronto.
Il ruolo della tenace professoressa è ottimamente resa dalla brava attrice Leonie Benesch, che si appropriata del complesso e tormentato personaggio e lo rende vivo, pulsante, palpabile e persino disorientante dinanzi all'inevitabile giudizio di un pubblico inevitabilmente irretito dalla vicenda, e sin sconcertato dagli sviluppi che ne conseguono.
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