Regia di Ilker Çatak vedi scheda film
Una serie di piccoli furti all'interno di una scuola media tedesca - dove vige il diktat della tolleranza zero - porta uno studente di origini turche sul banco degli imputati. Una giovane professoressa (Benesch, impeccabile) al suo primo incarico, si batte per scagionare il ragazzino e si ingegna per costruire una trappola video che inchiodi il vero colpevole. L'azione però ha dei risvolti inaspettati e la professoressa, vittima anch'ella di un furto, diventa l'oggetto di stigma da parte di colleghi, studenti e persino del primo della classe, convinto che sua madre - la nuova accusata - sia del tutto innocente.
Secondo film per Ilker Çatak, regista tedesco di origini turche, che si colloca al crocevia tra Entre les murs, The Lesson e Niente da nascondere. La sala professori è infatti un apologo tesissimo sul tema della verità (e della post-verità), nel quale neppure l'evidenza (apparente) delle immagini video riesce a trovare una rappresentazione univoca dei fatti. Sicché la scuola stessa, anziché essere il luogo per eccellenza del sapere e del dialogo, si trasforma nella fucina in cui ci si dà battaglia senza quartiere (tra professori e alunni, tra professori e professori, tra studenti e studenti), scoperchiando l'esistenza di una società fallimentare dal punto di vista pedagogico e piena di guasti in ogni reparto, nella quale ogni tentativo di cercare una misura di confronto civile - come fa la protagonista, splendida figura femminile - è destinato a cozzare contro un muro di cavilli, meschinità, disinformazione. Sacrosanta la candidatura agli Oscar come miglior film straniero.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta