Regia di Julien Duvivier vedi scheda film
Un parroco nel bel mezzo dell'Emilia paranoica e un sindaco in cerca di redenzione.Il personaggio di Don Camillo,nato dalla feroce penna di Guareschi ha la sua unica ragione d'esistenza nella presenza contemporanea del suo alter ego,nemico amatissimo Peppone,sindaco comunista a Brescello un paese emiliano prigioniero delle stravaganze del Po.E i duetti tra i due sono perfette ricostruzioni di un epoca di rinascita appena dopo la Seconda Guerra Mondiale,l'epoca in cui le certezze erano poche e le speranze erano tante.Sembra quasi di aprire e consultare libri di storia.Ho avuto modo di vivere (in un epoca diversa) in un paesino umbrodi poche centinaia d'anime in cui il 70 % degli elettori aventi diritto votava PCI e il prete dalla vaga fisionomia doncamillesca si affannava(ora non esistono più le diatribe di una volta) a tener fuori dalla sua chiesa quei simboli e quelle bandiere tanto invise.E stando nel paesello si veniva a sapere dei dispettucci che il capo del partito locale faceva al prete o quelli che faceva il prete ai comunisti,ma visti oggi erano veramente cosa da poco,vien quasi da sorridere per quanto puerili fossero queste manifestazioni di baruffe.Però la contrapposizione c'era.E parlo di anni 80,figuriamoci negli anni 50 che poteva succedere.Il film di Duvivier,insolitamente leggero per i suoi standard registici,è una fotografia fedele anche del qualunquismo che regnava in quell'epoca,quel volere comunque blocchi contrapposti frontalmente,quasi una simbiosi delle due facce della stessa medaglia,perchè l'una perde significato se non esiste l'altra.I personaggi di DOn Camillo e Peppone acquistano spessore solo se in coppia,hanno significato uno in funzione dell'altro.Altrimenti Don Camillo sarebbe un parroco qualsiasi e Peppone un sindaco come tanti,solo un mero politicante.Altra ragione del successo clamoroso di questo film(tale da avere generato in pochi anni quattro seguiti subito dopo il primo e dopo molti anni un altro paio di film apocrifi riguardanti la stessa storia)è la sinergia che si instaura tra Fernandel e Gino Cervi,entrambi perfetti per entrare nell'immaginario collettivo con le loro fisionomie così diverse e inconfondibili.A quanto ho letto fu una scelta imposta dalla coproduzione italofrancese ma mai imposizioni di mercato furono così azzeccate....
non male
non male
una forza della natura
indimenticabile
dirige un film insolitamente leggero per i suoi standard recitativi
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