Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film
Un gruppo di turisti sbarca in una sperduta e disabitata isoletta greca, trovandovi però una specie di mostro assassino, mentre la loro barca va alla deriva e la fuga si rende impossibile...
Raccontare dettagliatamente la trama di Antropophagus, titolo peraltro fra i più brutti mai sentiti, e in generale dei B-movies sarebbe inutile, visto che la salsa è più o meno sempre la stessa, anche se va riconosciuto che il romano Joe D'Amato (all'anagrafe Aristide Massaccesi), indipendentemente dalla qualità dei suoi lavori, è stato un regista e autore non privo di fantasia, avvezzo allo sperimentale miscuglio di generi, creatore del porno-splatter, dell'erotico-esotico. Antropophagus, girato nel 1980, è famoso soprattutto per un paio di originali scene che lo relegano nel filone dell'exploitation: quella in cui a Vanessa Steiger, alias Serena Grandi, viene strappato il feto direttamente dall'utero a mani nude e poi questo viene rosicchiato dal mostro e il disgustoso finale che tuttavia non voglio rivelare. Il resto, va detto, è poca roba; se si eccettuano un paio di scene obiettivamente costruite in maniera discreta, la regia e la recitazione sono mediocri, la storia è irrilevante, la paura non pervenuta, lo splatter privo di ironia.
Gli effetti speciali artigianali, le due famose scene prima citate e la discreta caratterizzazione della creatura mostruosa da parte di Luigi Montefiori (o George Eastman, gli pseudonimi anglofoni abbondavano...) non bastano sicuramente a rendere un film un capolavoro dell'horror, ma possono tuttavia essere sufficienti a rendere Antropophagus un film fuori dalle righe, simpatico per il suo essere senza pretese, un buon esempio dell'arte di arrangiarsi. Tutto quel che volete, ma non un bel film.
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