Regia di Patricia Font vedi scheda film
Un gran film, da vedere non solo per l’impegno e la protesta civile alla base della vicenda, ma anche e soprattutto per la resa narrativa di una pedagogia libertaria al centro della quale è la creatività infantile. Da vedere assolutamente!
I film sugli insegnanti entusiasti e innamorati del loro lavoro hanno sempre una marcia in più. Se poi si aggiunge la tematica civile e di denuncia, come in questo caso, è impossibile restare indifferenti di fronte a quanto viene narrato sullo schermo. Diviso su due piani temporali intersecantesi (la ricerca di una giovane donna che vuole ritrovare i resti del bisnonno o quanto meno imparare qualcosa su di lui e sulla sua fine, di cui il figlio non ha mai parlato e la storia del maestro che insegnò a leggere e scrivere al nonno), il film si segnala soprattutto per la parte relativa alle vicende del maestro, al suo amore per l'insegnamento e al suo impegno civile. Interpretata in maniera esemplare dal protagonista e dai bambini della sua classe, la vicenda relativa all'anno scolastico trascorso dal maestro Catalano in un paesino presso Burgos sembra riflettere nel suo svolgimento il credo pedagogico dell'insegnante: La scuola non serve per crescere, ma deve permettere ai bambini di essere pienamente bambini, esprimere tutta loro creatività, dare sfogo alla loro immaginazione, non crescere anzitempo o atteggiarsi a piccoli adulti. In questo senso, i bambini del film recitano senza smorfiette, come raramente capita nei film con personaggi infantili e la storia segue passo passo i loro progressi e i progetti realizzati. L'entusiasmo e l'allegria dei bambini fa risaltare ancor più fortemente, per contrasto, l'arroganza del potere (il prete, il sindaco) e la crudeltà dei franchisti. Un gran film, che commuove e scuote dentro. Assolutamente consigliato!
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