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Il maestro che promise il mare

Regia di Patricia Font vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il maestro che promise il mare

di zombi
7 stelle

si può trovare pace alla fine di una vita passata a fingere, ma le violenze subite ti mangiano dentro, rivestito di un silenzio che non urla abbastanza perchè l'atrocità non si ripeta

con un titolo da romanzone piagnone americano anni 90 e un andamento da sceneggiato italiano di quelli di una volta, font e sceneggiatore hanno confezionato un buon film che più di altri va visto nella sua interezza per assaporarne il risultato finale e il messaggio importantissimo.

presente e passato si incastrano incancrenendosi nella vita di una giovane in anno sabbatico, con una figlia piccola che vivono insieme alla madre, nella casa del nonno; che risiede in una lussuosa casa di cura sul mare perchè colpito da ictus.

le loro vite s'intersecano con gli scavi che grazie anche all'interessamento del governo si stanno effettuando in tutta la spagna per scoprire e ritrovare le fosse comuni, nei quali venivano buttati gli oppositori del PATRIOTTICO GOVERNO DITTATORIALE DI FRANCISCO generalissimo FRANCO dal 1939 al 1975 anno della sua morte.

nella fossa comune che si sta scavando e nella quale vengono scoperti 135 cadaveri, ariadna(la mamma) crede ci siano i resti del suo bisnonno.

da qui comincia la storia ambientata nel villaggio vicino, quando a sostituire il parroco come insegnante arrivò il giovane comunista antoni benaiges, vitale e positivo e con una volontà di insegnare quasi disneyana.

nonostante il parroco(con il viso immobile di milo taboada, quei visi che un tempo lo avrebbero relegato a ruoli di cattivo, meschino, vigliacco e stronzo, quale in effeti il suo personaggio è nel film) si impegni al massimo per mettergli i bastoni tra le ruote, riusciranno a liberarsi di lui, solamente denunciandolo alle autorità fasciste.

la forza bruta e disumanizzata, ma in odor di incenso, del potere oppressore, fa quello che non si è riusciti con metodi vili e infingardi, e il maestro chiuso nella sua utopia cittadina e bucolica del paesello rustico, persegue un insegnamento che coinvolge tutti gli alunni senza distinzioni di ceto.

quando il maestro si accorge che creando uno dei loro quaderni, stampati in autonomia con la macchina manuale di sua proprietà, che nessuno di quei bambini(dai più abbienti ai più poveri, costretti ad assentarsi dalle lezioni per dare una mano in casa, viene loro promesso di andare a vedere il mare.

la positività quasi isterica del maestro, insieme al suo accanito metodo di insegnamento, sgradito alle autorità del paese, ricorda per l'appunto un film di walt disney; nel buio della guerra civile che porterà nella lunga dittatura , il buon maestro sgradito al perfido parroco, che non conosce altro contrasto che non la denuncia alla tenebrosa polizia fascista, persiste nell'infondere speranza ai ragazzini, anche a chi il genitore in carcere(bisnonno della giovane ariadna), cercando di coprire con un sorriso tutto il male che è lì a venire.

la seconda parte del film si rabbuia, e l'espressione di piombo del falangista che entra nel paese col maestro ricoperto di sangue, esigendo che tutti i suoi quaderni vengano dati alle fiamme, è la negazione realista di qualsiasi favola.

il futuro delle fosse scoperte, delle ossa e degli oggetti repertati, dei parenti rimasti a poter riconoscerli, sta a testimoniare che un bellissimo tramonto sulla vallata, non testimonia affatto un lieto fine.

 

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