Regia di Patricia Font vedi scheda film
Il maestro che promise il mare è un film spagnolo del 2023, arrivato però in Italia nel 2024 e che, comunque potrebbe concorrere per la Spagna come miglior film straniero alla mostra del cinema.
La storia dell’insegnante catalano Antoni Benaiges, destinato nel 1935 a un piccolo villaggio della provincia di Burgos (introducendo metodi di insegnamento innovativi e stimolanti dalla Francia tra i bambini prima di essere uccisi dai falangisti durante la guerra civile), così come la storia odierna di Arianna, alla ricerca del suo bisnonno, scomparso durante la guerra.
Questo film propone in linea di massima due racconti: il primo sulla ricerca tra le fosse comuni dei parenti e amici uccisi dal regime franchista; il secondo è invece il racconto di uno di loro, di un maestro che per i suoi pensieri verrà ucciso. E’ insomma la chiara ricerca della propria identità
L’identità di Ariadna e della sua famiglia, l’identità e la storia del maestro Antoni e il punto centrale cioè l’identità della Spagna.
Probabilmente per apprezzare questo film bisogno fare uno sforzo e ciò cercare di calarsi nella realtà spagnola, non essere semplicemente spettatori di un racconto.
La regista non propone solo un racconto, una favola senza lieto fine, ma esprime un grido di aiuto, quel grido che il nonno di Ariadna non può più esternare per il troppo dolore fisico e mentale che ha vissuto.
Un urlo che si porta dentro l’anima la piccola ma ormai vecchia Josefina, l’urlo di quel paese terrorizzato dall’arrivo dei soldati franchisti.
La regista prova ad accentuare alcune identità come quella del maestro, diverso da tutti, con la camicia rossa simbolo anche di appartenenza politica. Solo quando è con i bambini è vestito come tutti gli altri, perchè loro lo vedono come uno di loro; mentre nel finale ha una camicia bianca: snaturato dalla dittatura e diventato uno dei tanti martiri di quel periodo.
Le interpretazioni sono buone, ma è tutto l’ìnsieme che crea l’unicità e l’emozione di questa pellicola: quel mare tanto ricercato da maestro e bambini e ultima immagine di un Carlos oramai alla fine della sua strada.
Ma il messaggio all’interno del ”Maestro che promise il mare” non è solo quello della conoscenza di ciò che è accaduto in Spagna ma anche quella della conoscenza e della curiosità che salva il mondo.
Una crociata contro la superficialità e l’ignoranza: il progresso che può esistere solo se conosciamo il nostro passato e se abbiamo la voglia di metterci in gioco ogni giorno.
Probabilmente, se volessi trovare un difetto è nella velocità della parte finale che forse avrei gradito con un ritmo più tranquillo come il resto del film
La scena che forse mi ha colpito è verso la fine, quando Ariadna esce dalla macchina, ha un senso di ansia, di vomito. Una scena che collega l’orrore di ciò che è accaduto ieri con la paura del menefreghismo di oggi.
Proprio ciò che il maestro Antoni non voleva dando la vita per questo. Due facce della stessa medaglia, medaglia che la regista da in mano a noi e ci chiede: che volete fare?
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