Regia di Patricia Font vedi scheda film
Un film interessante questo "Maestro che promise il mare", titolo decisamente insolito, è una pellicola che torna sul tema molto sentito in Spagna del recupero della memoria dei crimini del regime franchista allo scoppio della Guerra civile negli anni 30, ma anche del recupero dei corpi di molti civili che furono uccisi e buttati nelle fosse comuni (la trama di "Madri parallele" di Pedro Almodovar toccava ugualmente questo tema).
La trama rievoca una storia vera, quella del maestro Antoni Benaiges, attivista comunista che nel 1934 aveva preso l'incarico di insegnare in una scuola elementare di un paesino nei pressi di Burgos, ma era stato preso subito in antipatia da alcuni notabili del luogo per i suoi metodi pedagogici anticonvenzionali. È bene non spoilerare troppo sul finale, comunque si può dire che la storia del passato nel film viene rievocata all'interno di una cornice narrativa ambientata ai giorni nostri dove una donna decide di fare una sorta di indagine sul passato del proprio bisnonno e verrà alla scoperta della drammatica vicenda del maestro.
Il film è un esemplare di cinema civile sulle ferite mai rimarginate di un conflitto fratricida dove furono assassinati anche illustri personaggi come Garcia Lorca, e la storia del maestro è narrata con un'adesione sincera, con un trasporto emotivo che in certe scene commuove senza scadere nel ricatto emotivo. La rievocazione d'epoca è molto precisa, la sceneggiatura sa giostrare bene l'alternanza fra i due piani narrativi, anche se la parte contemporanea ad onore del vero risulta più convenzionale e un po' didascalica e si vorrebbe che il film fosse tutto sul maestro e meno sulle peripezie di Ariadna che cerca di scoprire cosa successe. Nella linea del cinema che indaga il "mistero" dell'esperienza educativa il film si inserisce con buoni risultati, in certe sequenze ha uno slancio che ricorda analoghe pellicole su insegnanti appassionati, anche se qui il discorso pedagogico è intrinsecamente legato alla consapevolezza politica di vivere in un periodo difficile e pericoloso e alla nozione, certamente radicale per quei tempi, che l'insegnamento dovrebbe essere libero dai dettami della Religione, cosa per cui in Italia si fa fatica ancora oggi.
Nel cast Enric Auquer è vibrante senza mai eccedere nella parte del maestro, a tratti davvero da applausi, ma non male anche gli attori bambini e i caratteristi fra cui Laia Costa che ha il ruolo speculare del maestro ai giorni nostri, quello della madre ostinata che non si arrende di fronte a silenzio ed omertà. Fa piacere che il film sia stato distribuito in Italia e, anche se non è fra i film spagnoli più importanti di questi anni, io personalmente lo consiglierei. Voto 7/10
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