Regia di Mino Guerrini vedi scheda film
Dopo un esordio leggero nel segno della commedia a episodi tipica della metà degli anni Sessanta nostrani, Guerrini si dedicò a un cinema 'civile' di pura fiction ben esemplificato da questo Gangster(s) '70 (la 's' finale è presente nella versione italiana del film); si tratta in sostanza di un noir-gangster in cui tensione e azione vengono dosate con sapienza da una sceneggiatura scritta dal regista insieme ad Adriano Baracco e al futuro specialista dei polizieschi truci Fernando Di Leo. I mezzi sono però limitati, non pochi ma modesti, e questa mancanza a tratti si avverte; già il cast non sfoggia grandi nomi se si eccettua quello del protagonista, un Joseph Cotten ormai nella fase declinante della sua carriera, ma a onore di Guerrini va riconosciuta una buona direzione degli interpreti anche se appunto quasi tutti di minima notorietà (gli unici altri volti di qualche fama sono quelli di Franca Polesello, Giampiero Albertini e del semiesordiente Giulio Brogi). Nonostante insomma una trama che ripercorre una serie di luoghi comuni del cinema di quegli anni (la grande rapina, il bottino di gioielli, le bande rivali che si sfidano senza esclusione di colpi, etc.) e nonostante le poche carte da giocare a disposizione, Guerrini riesce a mostrare discreto mestiere e a confezionare un prodotto apprezzabile nei suoi limiti dichiarati, evitando le solite spettacolarizzazioni, i soliti colpi di scena eccessivi, i soliti dialoghi fasulli. 4/10.
Un boss avanti con gli anni organizza il colpo a base di gioielli che lo sistemerà a vita; nel frattempo però un'altra banda si inserisce sulla scia della sua.
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